Pécs sotto la pioggia

PÉCS SOTTO LA PIOGGIA

Arriva la pioggia a Pécs e la scrittura si fa più intima, sempre ai tavolini del caffè del Teatro delle Marionette (Bóbita Bábszinház), mentre fuori si alza il vento e iniziano a cadere gocce sempre più fitte. Sto entrando in una dimensione fuori dalle normali coordinate spazio-temporali, che è precisamente quella in cui sto ambientando il mio romanzo di viaggio. Al tempo stesso, mi accorgo che tutto questo rientra nel mio ambientarmi qua. Già ho parlato di come l’indecifrabilità (per adesso) della lingua ungherese abbia creato una sorta di bolla intorno a me. Ma, giunto al quinto giorno di residenza, posso dire che le persone che incontro, gentili e riservate, conciliano la mia concentrazione e mi accolgano con un senso di rispetto che somiglia un po’ al “ritenuto” delle note musicali: dietro, percepisci un’intensità che ti si rivelerà quando scoprirai certi codici, linguistici ma non solo. E la cosa mi piace. Certo, al caffè c’è stato un gran movimento di ragazzi e ragazze – coinvolti, credo, in qualche spettacolo o attività educativa legata al teatro. Ma niente mi veramente ha disturbato, a parte un inopinato calabrone, che per qualche minuto ha risvegliato la mia fobia per gli insetti dotati di pungiglione, venendo poi allontanato dal barista.

Pécs (Bobina)
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Viaggio in Ungheria (e scrittura)

VIAGGIO IN UNGHERIA (E SCRITTURA)

L’accoglienza ieri a Pécs, in Ungheria, presso lo Zsolnay Cultural Quarter (di seguito, varie mie foto), da parte dell’organizzazione dello Hungarian Writers’ Residence Program, è stata perfetta. Un grosso grazie in particolare a Károly Méhes e a sua moglie per averci ricevuti!

Viaggio in Ungheria

Da oggi inizierò a dedicarmi alla parte ungherese del mio romanzo di viaggio. Per il momento l’impressione che ho avuto è di un paese dalle meravigliose campagne e di una città – di cui ho visto solo questo quartiere culturale, nato dalla ristrutturazione di un’antica manifattura di ceramica – dalla vivace e raffinata vita culturale (qui accanto ci sono varie facoltà universitarie, una scuola di musica, un jazz club e un teatro delle marionette).

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Traduzione letteraria e scrittura

TRADUZIONE LETTERARIA E SCRITTURA

Ieri, insieme al mio traduttore svedese Johan Arnborg, ho tenuto la mia prima conferenza su traduzione letteraria e scrittura presso il Consiglio degli Studenti della Facoltà di Lingue romanze e antiche dell’Università di Stoccolma.

Ringrazio moltissimo Theo e tutti gli studenti che hanno organizzato l’incontro, e posto alcune foto dell’evento, che è andato benissimo, con ottima partecipazione da parte degli studenti, molto coinvolti e partecipi, con domande interessanti e capaci di ispirare. (Non li vedrete nelle immagini solo perché l’Ateneo ha norme rigorose in materia di privacy.)

Traduzione letteraria e scrittura

Un momento della conferenza insieme a Johan Arnborg (foto scattata dalla studentessa Josefin)

Vorrei condividere qui l’oggetto della riflessione condotta con loro e con Johan, che servirà da riferimento anche per il secondo appuntamento universitario, in programma il 5 maggio alle ore 14 presso l’Unione degli Studenti della Facoltà di Studi Letterari dell’Università di Uppsala (Engelska Parken, sala 6-0023) e, spero, anche per altri event simili qui e altrove. Inoltre, mi fornirà ulteriori spunti utili per il mio saggio narrativo sulle mie esperienze meditative e spirituali e, auspicabilmente, per un futuro saggio sulla traduzione.

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Lingua svedese e altre riflessioni

LINGUA SVEDESE E ALTRE RIFLESSIONI

Lo svedese è l’ultima lingua (finora) che ho studiato, e l’ho amata fin dall’inizio per la sua musicalità, anche se la comprensione orale e la pronuncia sono toste. Tra l’anno scorso e questo ho tradotto – ed è da poco uscita – la raccolta di epistole di Sanja Särman Lettere dalle piante agli esseri umani (per Ortica Editrice), di cui abbiamo parlato in varie occasioni e che sta andando benissimo sia come recensioni (ricordo con particolare affetto quella del Prof. Francesco Improta), sia come risposte da parte dei lettori.

In attesa della prossima presentazione italiana, il 17 maggio alle 18,30 al Giardino delle Rose a Firenze, con Paolo Ciampi, la settimana prossima (il 4 maggio) lo presenterò a Stoccolma con l’Autrice presso Rönnels Antikvariat (Birger Jarlsgatan 32) (alle ore 17), con l’intervento musicale del gruppo Blomsterunge.

Lingua svedese

A parte ciò, nei giorni immediatamente precedenti e successivi interverrò a due incontri universitari sul tema della traduzione letteraria, collegata alla scrittura e al suono:

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Premio Traduttore 2023 “La Quercia del Myr”

PREMIO TRADUTTORE 2023 “LA QUERCIA DEL MYR”

Ringrazio moltissimo gli organizzatori del Concorso letterario La Quercia del Myr per avermi scelto per il premio come Traduttore letterario del 2023 (v. qui).

È un riconoscimento che mi dà gioia, perché le lingue, insieme alla scrittura (e alla musica), sono la mia grande passione, oltre che il mio lavoro.

Premio traduttore

Il filo conduttore di tutto è suono, vibrazione, emozione-concetto: tutte varianti di quell’energia sottile che tiene insieme l’universo. Il mio microcosmo vi ruota attorno, e sapere che il lavoro di tanti anni è apprezzato è una piacevole conferma e un ulteriore stimolo a fare ancor più e meglio.

Qui trovate tutte le informazioni sulle mie traduzioni letterarie fino ad oggi.

Scrittura e traduzione – Le mie prossime conferenze svedesi

SCRITTURA E TRADUZIONE – LE MIE PROSSIME CONFERENZE SVEDESI

Ecco l’abstract che ho preparato per le mie prossime conversazioni (a inizio maggio) con gli studenti delle università di Stoccolma e Uppsala, in Svezia.
Come ho scritto qualche giorno fa, sarà un viaggio nella mia dimensione creativa, considerata tanto dal punto di vista di uno scrittore quanto da quello di un traduttore.
Domani (3 aprile) accennerò ad alcuni di questi aspetti anche durante il nostro webinar “Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia”, in diretta dalle 19.30 su Anticorpi letterari.

Here’s the abstract I’ve prepared for my forthcoming talks (in early May) with the students at the universities of Stockholm and Uppsala, in Sweden.
As I wrote a few days ago, it will be a journey in my creative dimension, seen form both a writer’s and a translator’s viewpoint.
Tomorrow (April 3rd) I will also hint at some of these aspects during our webinar “Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia”, live from 7.30 pm on Anticorpi letterari.

Scrittura e traduzione
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Lingue e vocazione

LINGUE E VOCAZIONE

Ieri notte, affacciandomi per l’ennesima volta dalla portafinestra del salotto, mi sono detto che Via Bugiardini è una strada (presente anche nel mio racconto “Alleghe” in Da luoghi lontani) che somiglia al mio modo di concepire lo spazio: un Ognidove (sempre citando l’amico Davide Sapienza) che racchiude in sé infinite varianti e sfumature – di atmosfera, di lingue e di culture in senso lato. Ultimamente, completando la prima stesura del mio romanzo post-distopico – cui ho più volte fanno cenno su questo blog e sui social -, mi sono reso conto che tutto questo vi riecheggiava abbondantemente.

Lingue
Via Bugiardini vista dal mio salotto (foto mia)

Ieri, poi, rileggendo il romanzo distopico di cui l’altro è il sequel (ovvero, sono una miniserie di due romanzi), ho trovato un riferimento di un personaggio femminile a una “lingua implicita” precedente tutte le altre, e fatta della stessa essenza del suono. Ecco perché penso che studiare musica vada di pari passo con – e alimenti – lo studio delle lingue e la pratica della scrittura. Per me, almeno, è così.

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Suono e parola nelle dinamiche creative

SUONO E PAROLA NELLE DINAMICHE CREATIVE

Suono

Per me il suono è fondamentale. Posso dire che la mia intera vita si basa su suoni o, in senso lato, vibrazioni. Tutto ciò che è emozione è infatti frequenza, dunque vibrazione, e ad ogni vibrazione è possibile associare un suono. E i suoni si articolano, dialogano, si intrecciano in contrappunti e controcanti sorprendenti.

Tutto questo torna, meravigliosamente chiaro e al contempo spaventosamente complesso, sia nello studio e nella pratica delle lingue (e anche nell’atto traduttivo), sia nella scrittura di un testo narrativo.

Ci sono sempre vari livelli che si sovrappongono, varie voci e motivi che “parlano” contemporaneamente, varie regole, percezioni, livelli di incisività del lessico e delle stesse strutture sintattiche e grammaticali che interagiscono tra loro, per esprimere un significato e veicolare un’emozione. E l’emozione, nell’arte, è la base imprescindibile.

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Messaggi dei sogni e scrittura

MESSAGGI DEI SOGNI E SCRITTURA

Messaggi dei sogni

Mi capita spesso – per me che, fino a poco tempo fa, ero nottambulo – di svegliarmi molto presto. E mi accorgo che, verso le sei del mattino, sono massimamente recettivo. I canali energetico-spirituali sono aperti, i sogni sono altamente rivelatori e i messaggi che ricevo sono chiarissimi.

Spesso hanno a che fare con la trama di ciò che sto scrivendo. Quello che vedo e sento riguardo al mio nuovo libro (quello post-distopico di cui vi ho già scritto) ha a che fare con un orizzonte di rinascita, oltre il buio manipolatorio del presente e oltre ogni dualismo. Si tratta di un nuovo linguaggio, come sperimentare una nuova lingua o un nuovo tipo di musica. È una frontiera che ho sperimentato poche altre volte. Anzi, è la prima, almeno in modo così marcato.

Messaggi dei sogni

Qualcosa del genere mi era già successo, ma molto meno intensamente, mentre scrivevo Viale dei silenzi (Arkadia Editore). Lì l’aspetto-chiave era stato il dialogo dell’io narrante con il padre, che rifletteva (sia pur in una cornice di eventi non autobiografica) il mio dialogo spirituale con mio padre.
Per esempio in questo pezzo, dove Roberto, lo scrittore protagonista del romanzo, rileggeva in un suo manoscritto parole che aveva immaginato pronunciate dal genitore:

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Voce interiore e scrittura

VOCE INTERIORE E SCRITTURA

Voce interiore

Nello scrivere, soprattutto in un periodo difficile come questo, uno degli elementi fondamentali, anche per parlare del mondo in cui viviamo o verso cui andiamo, è prescindere dal mondo. Non lasciarsi turbare, pizzicare o anche solo sfiorare da stati d’animo negativi indotti da pensieri, voci o opinioni abilmente diffusi dai media o da discutibili forme di controinformazione.

Come ricorda sempre l’ottimo numerologo e motivatore Alberto Ferrarini, occorre sforbiciare, tagliare via tutto ciò che interferisce con la nostra voce interiore. Solo così è possibile attingere a quei pensieri netti e lucidissimi che sono capaci di incidere nella realtà, e scrivere cose che diano veramente un contributo, a noi e agli altri.

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