Ponte a Greve nei miei libri

PONTE A GREVE NEI MIEI LIBRI

In questi giorni di vita di quartiere intonata all’indolente ritmo agostano, mi sono trovato, oltre che a lavorare intensamente ai miei libri e alle mie traduzioni, a passeggiare spesso (di prima mattina o sul far del tramonto, per sfuggire al caldo) nel mio quartiere, Ponte a Greve (al quale si riferiscono le mie foto qua sotto), ai margini sud-occidentali di Firenze – praticamente a un passo da Scandicci, dove spesso “sconfino” nel corso del mio giretto rigenerante. Così ho ripensato alle infinite volte che ho percorso queste strade, e a come questa, di fatto, sia per me più “casa” della Firenze dei monumenti del centro storico, dove vado raramente onde schivare traffico e casino, visto che ho la fortuna di poter lavorare a casa – od ovunque mi trovi, se è per questo.

Ponte a Greve 1

Tanto è vero che Ponte a Greve ha finito per entrare in molti miei libri, in genere come termine di confronto rispetto ad altri luoghi dove i miei personaggi vengono a trovarsi, oppure come spunto per iniziare viaggi della mente (o anche reali). Al punto che penso che sia vera la frase che un giorno dissi durante una presentazione libraria, e cioè che per me Firenze è “il mio luogo di residenza”. Al tempo la pronunciai perché sentivo di appartenere più ad altri luoghi, dove infatti tornavo appena possibile. E in parte è ancora così. Ma oggi mi rendo sempre più conto che la mia “residenza”, ma direi più propriamente il mio centro interiore, è nel mio lavoro. I luoghi che scelgo – o che mi chiamano, come spiego anche nel nuovo libro di viaggio che uscirà l’anno prossimo – in fondo sono sempre legati a questo e variamente funzionali al suo sviluppo (e parlo sia della scrittura, sia della traduzione letteraria).

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Distopia o realismo?

DISTOPIA O REALISMO?

Ringrazio infinitamente il Prof. Francesco Improta per questa straordinaria recensione (v. sotto), tratta dal suo profilo Facebook e originariamente pubblicata su RPLibri, della mia tetralogia Internet. Cronache della fine (Galaad Edizioni) che ne coglie tutti gli aspetti più importanti da un punto di vista tematico e stilistico, e soprattutto “sdogana” un’opera nata in seno alla distopia (dunque, per molti, al “ghetto” della fantascienza), evidenziando come in realtà si tratti di narrativa pura, al di là delle classificazioni di genere, o forse tra e attraverso i generi. E di un’opera che affronta spietatamente la realtà sociopolitica di oggi.

distopia

“Prima di analizzare la monumentale opera di Giovanni Agnoloni, Internet, cronache della fine, pubblicata in un unico volume da Galaad Edizioni (2021), mi sembra doverosa una premessa. Ho sempre guardato con diffidenza sia le fughe in avanti sia, a maggior ragione, i ritorni nostalgici al passato, convinto che un autore debba muoversi all’interno del suo tempo per coglierne problemi, fratture, contraddizioni da mettere in luce e con cui misurarsi ideologicamente ed emotivamente, per vivere, come dice P.P. Pasolini, calato nell’inferno con la marmorea volontà di capirlo. Da tempo ormai gli scrittori, e non solo, per evitare il confronto con la realtà drammatica del nostro tempo si rifugiano nel genere (penso al pullulare dei gialli e dei noir a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, sulla scia di Camilleri e dei suoi epigoni) o in esercizi di stile per la maggior parte fine a sé stessi. Ebbene ho dovuto ricredermi leggendo la tetralogia di Giovanni Agnoloni; pur essendo ambientata in un futuro prossimo venturo, rappresenta un’analisi lucida e impietosa, su basi filosofiche, del nostro tempo e del mondo occidentale. Quando ho definito monumentale il libro di Agnoloni non mi riferivo solo alla cospicua mole (più di 580 pagine) ma anche e soprattutto alla quantità di temi affrontati: solitudine, alienazione, mancanza di libertà, scissione dell’Io, controllo costante sulla nostra vita e persino sui nostri sogni da parte del potere.

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Buon Natale a modo mio

BUON NATALE A MODO MIO

Alla fine ci siamo arrivati anche quest’anno, al Buon Natale di rito. Vorrei dunque fari i miei auguri a tutti voi facendo una riflessione che, invece, fuoriesca dai rituali. Mi piacerebbe dare un senso e un sapore diversi a questa parola, “auguri”, che spesso usiamo solo per riempire vuoti d’imbarazzo o per mascherare la sostanziale volontà di non condividere realmente qualcosa con i nostri interlocutori – anzi, di liberarcene al più presto. Stringiamo, dunque, e proviamo a fare una sintesi.

Buon Natale

Sempre che a qualcuno queste mie righe periodiche interessino, forse si sarà accorto che ultimamente scrivo meno spesso online. Il motivo è semplice, e ha due risvolti. Il primo, banalmente, è che sto lavorando a tanti progetti letterari e traduttivi. Il secondo, che mi sono un po’ stufato di questo dover sempre essere presente in Rete, che, anche se utile a farsi pubblicità, dovrebbe aver luogo solo quando c’è qualcosa di concreto e di utile da dire.

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Il santuario delle ombre recensito da Francesco Improta

IL SANTUARIO DELLE OMBRE RECENSITO DA FRANCESCO IMPROTA

Su RPLibri è uscita una bellissima recensione del Prof. Francesco Improta del romanzo da me tradotto Il santuario delle ombre dello scrittore cubano Amir Valle (recentemente uscito per Golem Edizioni). Cito l’inizio del pezzo, ringraziando il Prof. Improta per le parole che ha speso sul mio lavoro di traduzione e rimandandovi al sito per la versione integrale:

“Da poco più di un mese è arrivato in libreria, nella sontuosa traduzione di Giovanni Agnoloni, Il santuario delle ombre di Amir Valle, scrittore cubano che attualmente vive e lavora a Berlino. Come si può leggere sul suo sito internet, “Amir non abita (più) a Cuba ma Cuba abita (sempre) in lui”, nel senso che egli è visceralmente legato alla sua terra d’origine e non può prescindere da essa. Non solo i suoi libri, di fiction o di saggistica poco importa, sono ambientati a Cuba ma affrontano anche e soprattutto i problemi e le contraddizioni, le aspettative e le delusioni, la corruzione e le paure di quest’isola caraibica. Ne Le Porte della notte, tradotto sempre da Agnoloni e pubblicato in Italia nel 2013, un anno dopo Non lasciar mai che ti vedano piangere, Valle aveva affrontato una delle piaghe peggiori del nostro tempo, la pedofilia spesso contrabbandata sotto l’etichetta, già di per sé disdicevole e vergognosa, di turismo sessuale così diffuso nell’America centrale e meridionale, qui, ne Il santuario delle ombre,  denuncia un fenomeno ancora più drammatico: la fuga dei cubani dal regime, nell’illusione di un futuro migliore, che finiscono vittime dei cosiddetti traghettatori che li derubano, li uccidono e li gettano a mare (si parla di oltre 20.000 cubani finiti in questo modo). Alla storia reale, corredata da fatti realmente accaduti e personaggi veramente esistiti, che ha non poche consonanze con le migrazioni verso l’Europa di africani disperati che cercano di sfuggire alla guerra o alla miseria e che spesso diventano cibo per i pesci del Mediterraneo, s’intreccia una vicenda di fantasia, a mezzo tra l’inchiesta giornalistica e il noir.”

Il santuario delle ombre
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Scrittura e traduzione – Le mie prossime conferenze svedesi

SCRITTURA E TRADUZIONE – LE MIE PROSSIME CONFERENZE SVEDESI

Ecco l’abstract che ho preparato per le mie prossime conversazioni (a inizio maggio) con gli studenti delle università di Stoccolma e Uppsala, in Svezia.
Come ho scritto qualche giorno fa, sarà un viaggio nella mia dimensione creativa, considerata tanto dal punto di vista di uno scrittore quanto da quello di un traduttore.
Domani (3 aprile) accennerò ad alcuni di questi aspetti anche durante il nostro webinar “Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia”, in diretta dalle 19.30 su Anticorpi letterari.

Here’s the abstract I’ve prepared for my forthcoming talks (in early May) with the students at the universities of Stockholm and Uppsala, in Sweden.
As I wrote a few days ago, it will be a journey in my creative dimension, seen form both a writer’s and a translator’s viewpoint.
Tomorrow (April 3rd) I will also hint at some of these aspects during our webinar “Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia”, live from 7.30 pm on Anticorpi letterari.

Scrittura e traduzione
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Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia

SCRITTORI E SCRITTURA IN ITALIA TRA LINGUA, LUOGHI E STORIA

Scrittori

Lunedì 3 aprile alle 19,30, su Anticorpi letterari, potrete seguire in diretta un webinar da me organizzato insieme alla Prof.ssa Dorota Karwacka-Pastor, direttrice dell’Italianistica dell’Università di Danzica, che avrà per tema “Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia”.

Io farò da anfitrione e psicopompo qual sono 😃 e dirò la mia, ma avremo con noi diversi ospiti (avrei voluto coinvolgerne di più, ma purtroppo il tempo a disposizione non poteva estendersi troppo): Marino Magliani, Paolo Ciampi, Sandra Salvato, Carlo Cuppini, Karolina Kopańska, Leonardo Masi, Gabriele Fredianelli.

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Relazioni amorose in un mondo distopico

RELAZIONI AMOROSE IN UN MONDO DISTOPICO

Sono molto grato a Karolina Kopańska, dottoranda in Studi Letterari all’Università di Danzica, in Polonia, per questo bellissimo articolo in lingua italiana, che ha scritto su un tema “incastonato” nei miei romanzi distopici della serie della fine di internet raccolti in Internet. Cronache della fine (Galaad Edizioni): quello delle relazioni amorose e della loro crisi nel mondo ipertecnologico di oggi (e di domani), e anche della frequente scelta di tanti individui di perseguire un proprio percorso personale “a prescindere” dal coltivare relazioni.

Relazioni amorose

L’articolo è uscito nella raccolta degli Atti di un convegno dell’Università di Łódź, dal titolo Larte di vivere, di sopravvivere, di rivivere, pubblicato da Wydawnictwo Uniwersytety Lodzkiego nell’autunno del 2022 e gratuitamente scaricabile qui a pag. 325.

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Viaggio nella narrativa di Giovanni Agnoloni

VIAGGIO NELLA NARRATIVA DI GIOVANNI AGNOLONI

Ecco l’evento di cui ho parlato più volte su questo blog nelle ultime settimane. Sarà il 23 novembre alle ore 18,00 a Bottega Strozzi, la bellissima libreria nel cortile di Palazzo Strozzi (mappa qui), a Firenze, e sarà condotto da due grandi amici, lo scrittore e libraio Carlo Cuppini, e l’autrice e giornalista Sandra Salvato, con i quali quest’anno ho pubblicato il concept-book Da luoghi lontani (Arkadia Editore).

Viaggio nella narrativa

Parleremo però anche di tutti gli altri miei libri, usando come filo conduttore quei luoghi e quei viaggi – nel mondo e nella mente – che sono autentici protagonisti dei miei lavori.

Ci soffermeremo dunque sulla mia quadrilogia distopica Internet. Cronache della fine (Galaad Edizioni), sul romanzo psicologico Viale dei silenzi (Arkadia) e sul mio memoir di viaggio Berretti Erasmus (Fusta Editore).

Vi aspettiamo!

Paesaggi irlandesi

PAESAGGI IRLANDESI

Sempre nell’ottica di una riflessione sui luoghi come centri di ispirazione poetica, voglio oggi ricordare i paesaggi irlandesi, al centro di tanta parte dei miei testi narrativi, sia quelli pubblicati, sia quelli non ancora editi. In particolare, Dublino e la contea del Donegal, nel Nord-Ovest della Repubblica d’Irlanda, ricorrono nella seconda parte del mio romanzo psicologico Viale dei silenzi (Arkadia Editore), che, attraverso la problematica vicenda di uno scrittore fiorentino che cerca il padre scomparso quattro anni prima a Varsavia e poi transitato da Berlino, scende nel mistero del fascino magico, anzi squisitamente spirituale – sospeso tra le tradizioni druidiche, il cristianesimo e l’incanto della Natura – dell’Isola di Smeraldo.

Paesaggi irlandesi
Una paesaggio di Buncrana, nel Donegal, in una mia foto

Ecco qui un passo (pp. 107-108) che mi piace citare, dove viene descritta una parte della cittadina di Buncrana:

“Poi la strada piegò verso l’entroterra, indietreggiando rispetto alla riva, e apparvero le prime case di Buncrana. Villette monofamiliari bianche e una chiesa, pure bianchissima. Era un ambiente così diverso da Dublino e dal resto dell’Irlanda che ricordavo. Un micro-universo a parte, che fin dalle primissime immagini rivelava un senso suo proprio, in sé compiuto ma altresì poroso, aperto ad accogliere. Un luogo d’acqua e aria, nel quale l’auto noleggiata da Erin si insinuava come un braccio in una manica liscia e senza ingombri.

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Percorsi interiori e luoghi del mondo

PERCORSI INTERIORI E LUOGHI DEL MONDO

Ieri sera ho completato la lettura di  Sincronicità. Il legame tra fisica e psiche da Pauli a Jung a Chopra di Massimo Teodorani (MacroEdizioni), di cui avevo parlato nel mio precedente articolo, e la visione che ho maturato corrisponde perfettamente alla recente evoluzione dei miei percorsi interiori dell’ultimo periodo, oltre che ai frutti delle altre letture (ricordate qui), relative ad argomenti di fisica quantistica, psiche e spiritualità, che ho fatto in queste settimane.

Percorsi
Un “Ognidove” di cielo e acqua in una foto che ho scattato nei pressi di casa, a Firenze

Tutto è correlato, e quanto più la coscienza è consapevole di questo, e del fatto che vi è un implicito campo vibrazionale-spirituale alla base di tutto ciò che esiste, tanto più la sua capacità di co-creare, attuando la vocazione di vita di ognuno, si esplica fluidamente, nell’unità con quel Tutto e accompagnata da un’intuizione infallibile.

È questa la porta di accesso all’Ognidove – sempre mutuando il felicissimo neologismo dell’amico Davide Sapienza – concetto del quale ho parlato spesso (per esempio, qui), e sempre questa è la radice della mia netta propensione per fare dei luoghi il perno della mia produzione narrativa.

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