Scrittura e traduzione – Le mie prossime conferenze svedesi

SCRITTURA E TRADUZIONE – LE MIE PROSSIME CONFERENZE SVEDESI

Ecco l’abstract che ho preparato per le mie prossime conversazioni (a inizio maggio) con gli studenti delle università di Stoccolma e Uppsala, in Svezia.
Come ho scritto qualche giorno fa, sarà un viaggio nella mia dimensione creativa, considerata tanto dal punto di vista di uno scrittore quanto da quello di un traduttore.
Domani (3 aprile) accennerò ad alcuni di questi aspetti anche durante il nostro webinar “Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia”, in diretta dalle 19.30 su Anticorpi letterari.

Here’s the abstract I’ve prepared for my forthcoming talks (in early May) with the students at the universities of Stockholm and Uppsala, in Sweden.
As I wrote a few days ago, it will be a journey in my creative dimension, seen form both a writer’s and a translator’s viewpoint.
Tomorrow (April 3rd) I will also hint at some of these aspects during our webinar “Scrittori e scrittura in Italia tra lingua, luoghi e storia”, live from 7.30 pm on Anticorpi letterari.

Scrittura e traduzione

“Un territorio comune tra scrittura e traduzione letteraria”

Conversazione con Giovanni Agnoloni

Giovanni Agnoloni è uno scrittore e traduttore italiano il cui lavoro si basa fondamentalmente sul suono. In definitiva non è grande la differenza tra il processo della scrittura e quello della traduzione di un testo in un’altra lingua. In entrambe le attività, infatti, è insito un atto creativo, che consiste nell’attingere da una tavolozza di “voci” emozionali e concettuali che popolano la mente dell’autore come spettri vibrazionali (o note, o accordi), e nel dare loro una “veste” esterna – ovvero, le parole e le frasi che compongono il testo finale.
Lo scrittore traduce dal testo implicito annidato nella sua mente (e anima), e il traduttore scrive un nuovo testo mentre si intona con le intenzioni e le emozioni che permeano quello di partenza. Entrambi, in modi diversi, sono autori. L’aspetto più decisivo delle loro attività è il loro grado di genuinità. Questa, pur comprendendo in sé onestà e precisione, non equivale ad “asetticità”. Al contrario, più il risultato è vivido e capace di far sì che i lettori (o ascoltatori) si “sentano lì”, così da essere trasformati dall’esperienza letteraria, migliore esso è.
Quando il testo si rivela così efficace, in genere è perché veicola suoni-ed-emozioni senza gravami razionali, poiché lo scrittore (o il traduttore) l’ha sentito intensamente mentre lo componeva – proprio come i musicisti rispettano la partitura scritta dal compositore, ma la interpretano in modo personale. Al contrario, quando un testo è spento e artisticamente debole, spesso è perché l’autore non è stato capace di leggere con chiarezza in se stesso o nella mente di chi ha scritto il testo da lui tradotto.
La conversazione di Giovanni Agnoloni con gli studenti – aperta alle loro domande e osservazioni – si baserà anche su esempi tratti dai suoi libri e dalle sue traduzioni, comprese alcune delle sue autotraduzioni in inglese e alcuni estratti dei suoi testi tradotti in svedese da Johan Arnborg.
Il suo scopo generale sarà quello di proporre un affascinante viaggio nella dimensione letteraria, tenendo al contempo presenti l’imprescindibilità della bellezza e della lezione provenienti dalla musica e l’inequivocabile utilità della pratica della meditazione.

“A common territory between writing and literary translation”

A conversation with Giovanni Agnoloni

Giovanni Agnoloni is an Italian writer and literary translator whose work is mainly based on sound. There ultimately is little difference between the process of writing and that of translating a text into another language. In both activities, in fact, a creative act is implied, which consists in drawing from a palette of emotional and conceptual “voices” inhabiting the author’s mind like vibrational spectrums (or notes, or chords), and in giving them an outer “body” – actually, the words and sentences that the final text is made of.
The writer translates from the implicit text nested in his mind (and soul), and the translator writes a new text while tuning in to the intentions and emotions permeating the source one. Both of them, in different ways, are authors. The most decisive aspect of their activities is their degree of genuineness. While this includes honesty and precision, it does not equal to “impersonality”. On the contrary, the more the result is vivid and capable of making the readers (or listeners) feel there, so as to be transformed by the literary experience, the better it is.
When the text proves so effective, it generally is because it conveys sounds-and-meanings with no rational constraints, since the writer (or the translator) felt it intensely “in the process” – just as musicians respect the score written by the composer, but interpret it personally. On the contrary, when a text is dull and artistically weak, it often is so because the author couldn’t read clearly either in him/herself or in the original writer’s mind.
Giovanni Agnoloni’s talk with the students – open to their questions and remarks – will also be based on examples taken from his books and translations, including some of his own translations into English and a few excerpts of his texts translated into Swedish by Johan Arnborg.
Its overall purpose will be proposing a fascinating journey into the realms of literature, while keeping in mind the unmissable beauty and lesson coming from music and the unmistakable fruitfulness of the practice of meditation.