Lingua svedese e altre riflessioni

LINGUA SVEDESE E ALTRE RIFLESSIONI

Lo svedese è l’ultima lingua (finora) che ho studiato, e l’ho amata fin dall’inizio per la sua musicalità, anche se la comprensione orale e la pronuncia sono toste. Tra l’anno scorso e questo ho tradotto – ed è da poco uscita – la raccolta di epistole di Sanja Särman Lettere dalle piante agli esseri umani (per Ortica Editrice), di cui abbiamo parlato in varie occasioni e che sta andando benissimo sia come recensioni (ricordo con particolare affetto quella del Prof. Francesco Improta), sia come risposte da parte dei lettori.

In attesa della prossima presentazione italiana, il 17 maggio alle 18,30 al Giardino delle Rose a Firenze, con Paolo Ciampi, la settimana prossima (il 4 maggio) lo presenterò a Stoccolma con l’Autrice presso Rönnels Antikvariat (Birger Jarlsgatan 32) (alle ore 17), con l’intervento musicale del gruppo Blomsterunge.

Lingua svedese

A parte ciò, nei giorni immediatamente precedenti e successivi interverrò a due incontri universitari sul tema della traduzione letteraria, collegata alla scrittura e al suono:

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Premio Traduttore 2023 “La Quercia del Myr”

PREMIO TRADUTTORE 2023 “LA QUERCIA DEL MYR”

Ringrazio moltissimo gli organizzatori del Concorso letterario La Quercia del Myr per avermi scelto per il premio come Traduttore letterario del 2023 (v. qui).

È un riconoscimento che mi dà gioia, perché le lingue, insieme alla scrittura (e alla musica), sono la mia grande passione, oltre che il mio lavoro.

Premio traduttore

Il filo conduttore di tutto è suono, vibrazione, emozione-concetto: tutte varianti di quell’energia sottile che tiene insieme l’universo. Il mio microcosmo vi ruota attorno, e sapere che il lavoro di tanti anni è apprezzato è una piacevole conferma e un ulteriore stimolo a fare ancor più e meglio.

Qui trovate tutte le informazioni sulle mie traduzioni letterarie fino ad oggi.

Traduzione, lingue e suono

TRADUZIONE, LINGUE E SUONO

I rinterzi degli eventi non finiscono mai di stupire. L’altra sera sono ricascato – col godurioso relax che segue una giornata di scrittura, studio e cammino – su I laureati, primo film di Leonardo Pieraccioni; per la precisione, sulla scena in cui, di notte, i quattro eterni studenti “fancazzisti” si ritrovano in cucina e decidono che è giunto il momento di smetterla di perdere tempo e iniziare a vivere sul serio. In sottofondo c’è un assolo di chitarra acustica che ben sottolinea il senso di indolente rimpianto della situazione, e ti rendi conto che, anche se sono passati ventisette anni dall’uscita di quella pellicola e quei giovani attori hanno ormai i capelli grigi (o li hanno persi), quel momento è come se fosse adesso. E il merito di ciò è in gran parte delle note di quel pezzo e dell’intenzione e degli accenti con cui viene eseguito.

Traduzione
Una scena da “I laureati” (foto di pubblico dominio, da Wikipedia)

A seguire, mi sono nuovamente imbattuto in un bellissimo documentario sul percorso artistico della grande cantautrice canadese Joni Michell, che, spiega, si è sempre meravigliata di sentirsi dire che i suoi accordi erano “strani” – lei è famosa per l’originalità delle sue progressioni armoniche -, perché ogni singolo accordo ha un senso così com’è, in quanto serve a veicolare un’emozione specifica. Ancora una volta, dunque, quello che fa la differenza è il suono.

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Suono e parola nelle dinamiche creative

SUONO E PAROLA NELLE DINAMICHE CREATIVE

Suono

Per me il suono è fondamentale. Posso dire che la mia intera vita si basa su suoni o, in senso lato, vibrazioni. Tutto ciò che è emozione è infatti frequenza, dunque vibrazione, e ad ogni vibrazione è possibile associare un suono. E i suoni si articolano, dialogano, si intrecciano in contrappunti e controcanti sorprendenti.

Tutto questo torna, meravigliosamente chiaro e al contempo spaventosamente complesso, sia nello studio e nella pratica delle lingue (e anche nell’atto traduttivo), sia nella scrittura di un testo narrativo.

Ci sono sempre vari livelli che si sovrappongono, varie voci e motivi che “parlano” contemporaneamente, varie regole, percezioni, livelli di incisività del lessico e delle stesse strutture sintattiche e grammaticali che interagiscono tra loro, per esprimere un significato e veicolare un’emozione. E l’emozione, nell’arte, è la base imprescindibile.

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