Io quando scrivo ascolto spesso musica, per lo più strumentale. Non mi aiuta solo a concentrarmi. Mi dà la spinta necessaria per mettere da parte il mondo – cosa indispensabile per poterne parlare (tanto quanto è l’immergersi in esso prima di scrivere).
Nel dedicarmi al mio nuovo romanzo post-distopico, mi sono di grande aiuto alcuni pezzi del Maestro Ganesh Del Vescovo inclusi nel suo ultimo concerto al Florence Guitar Festival. Del resto, ascoltando “Canzone per Clara Shanti” (v. video sotto), splendido brano del Maestro, avevo già in precedenza trovato una fetta importante dell’ispirazione per un mio romanzo ancora inedito (che infatti gli ho dedicato), immerso nei misteri della natura e della storia.
Prossimamente, sarà per me un privilegio affrontare quel pezzo da studente di chitarra.
L’editing finale è un’esperienza da un lato spossante, dall’altro risolutiva. Aiuta a diradare dubbi, enigmi impliciti, tautologie della mente. “Individua” (junghianamente) come riesce a farlo solo la meditazione più avanzata, permettendo di scorgere e riconoscere la forma completa degli eventi (come ho scritto nell’incipit di un mio romanzo ancora inedito) e delle cose – ma soprattutto dell’identità personale.
In questi due anni di pandemia ho completato cinque manoscritti, alcuni già abbozzati in precedenza, altri no, quindi gran parte del mio tempo l’ho dedicata proprio alle revisioni (senza contare le traduzioni di libri impegnativi come le autobiografie di Arsène Wenger, Kamala Harris e Joe Biden, oltre alle prime traduzioni serie dallo svedese e dal polacco con cui mi sto cimentando, ognuna delle quali ha comportato e comporta attenti “round” di revisione).
Il piacere che l’editing procura (faticoso, un po’ come quello della ginnastica forte o del podismo) è simile a quello dello studio della musica, in cui, come ben spiegò il Maestro Ganesh Del Vescovo in un’intervista che gli feci per Anticorpi Letterari, ci si esercita costantemente per rendere naturali movimenti che di per sé non lo sono (soprattutto se si parla della mano sinistra della chitarra). Si sgrezza costantemente un diamante, tentando di avvicinarsi al limite (matematico) di una forma “pura”, ovvero “il” suono che ci rappresenta più genuinamente.
In questo senso, somiglia moltissimo anche a un’altra pratica che ho coltivato soprattutto in questi due anni: la conoscenza di sé e l’avvicinamento al Sé. Ogni intuizione, in questo cammino, costa lavoro e anche sofferenze, ma alla fine (che non è mai una “fine”, ma un’apertura) ripaga di un’ineffabile liberazione, superiore a qualsiasi ipotetico sballo o orgasmo (con tutto il rispetto per gli orgasmi, ma non per gli sballi). E’ la famosa apertura del “terzo occhio”, la vista spirituale, lo sguardo intuitivo del Sé, di cui parlava Padre Anthony Elenjimittam nei suoi scritti che in questi giorni ho spesso condiviso.Credo che tutto stia qui, ivi inclusa la chiave per trovare e percorrere la propria strada in questo mondo difficile.
Ho deciso di aprire una sezione blog, all’interno del mio sito, per condividere non solo notizie inerenti ai miei libri e alle mie pubblicazioni, ma riflessioni sulla scrittura, la traduzione, la musica (che pure studio, attraverso la pratica della chitarra classica, ma questa da dilettante) e le vie dell’arte e della consapevolezza.
Do quindi il benvenuto a tutti voi con qualche considerazione pubblicata qualche giorno fa su social media.
Ieri sera mi esercitavo con la chitarra (che, come forse sapete, studio da dilettante e considero un’ottima scuola di scrittura, cosa di cui sono grato al Maestro Ganesh Del Vescovo). Insomma, suonavo, e a un certo punto ho voluto riprendere in mano un pezzo che avevo accantonato da un bel po’ di tempo, e che in precedenza sapevo a memoria.
Ora, una delle cose più difficili, nella chitarra, è leggere la musica, cosa in cui, alla base, non è che io sia un fenomeno. A ogni nota, infatti, non corrisponde un solo tasto, come nel pianoforte, ma varie possibili posizioni, lungo la tastiera, sulle diverse corde, e a seconda dei casi conviene di più scegliere quelle più basse o quelle più alte.
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.