Ganesh Del Vescovo in concerto

GANESH DEL VESCOVO IN CONCERTO

Il concerto di Ganesh Del Vescovo di ieri sera alla Biblioteca di Sesto Fiorentino è stato un evento straordinario per diversi motivi. Pare quasi inutile dire “per la qualità e l’intensità dell’interpretazione”, ma non lo è. La retrospettiva sugli Studi di Heitor Villa-Lobos, seguita dallo splendido Preludio e Fuga 539 di Johann Sebastian Bach trascritto dal Maestro per chitarra (originariamente era per organo) e da una serie di pezzi di Ganesh – “Pioggia nel giardino” (un articolato e polisensoriale studio sul tremolo) e due nuovi pezzi della serie inedita “Paesaggi sonori” -, ha disegnato un arco completo di mente, cuore, visceralità e puro spirito.

Passando dall’essenza più profonda della classicità senza tempo di Bach – giustamente nella parte centrale del programma -, si è partiti dalla ricchezza passionale e melodico-sperimentale degli studi di Villa-Lobos (tra i quali spicca il n. 1, in mi minore, “figlio” del Preludio BMW 999 in do minore di Bach), fino ad arrivare alla sintesi di tutti questi elementi in chiave ulteriormente moderna e densa di una carica meditativa a mio avviso senza eguali dei “Paesaggi sonori”.

Qui, anche grazie a un’accordatura diversa, Ganesh Del Vescovo ha estratto dal suo strumento (il secondo suonato durante la serata, costruito dal Maestro liutaio Antonio Scandurra) un intero mondo, un vero paesaggio musicale, perché si tratta di un’articolata visione interiore. La musica di Del Vescovo sa descrivere e raccontare senza parole, suggerendo direttamente i significati che evoca attraverso le note, i fraseggi, i percorsi melodici, la ritmica e le suggestioni armoniche (v. anche qui e qui).

Ganesh Del Vescovo

Ma dico di più: qui si arriva a sfiorare la sintesi dei generi musicali (ho colto sfumature quasi jazzistiche e perfino blues, sempre ricche di sonorità indiane che Ravi Shankar e George Harrison avrebbero adorato) e il concetto, su cui tanto mi soffermo nei miei libri e nei miei articoli (p. es qui) di “voci interiori”, di messaggi veicolati dalle guide spirituali e che, in sé, sono suono, perché consistono in pura vibrazione.

Senza timore di esagerare, credo che un giorno Ganesh Del Vescovo sarà – ma potrebbe già oggi – essere studiato come il prosecutore e (se così si potesse dire) l'”arricchitore” di una linea ideale che, partendo da Bach e passando per tutta la grande tradizione classica (ivi compresi i bellissimi bis con pezzi di Mauro Giuliani e Fernando Sor), fino ad arrivare al Novecento chitarristico di Villa-Lobos e Segovia, si affaccia, con lui, su una dimensione creativa capace di abbracciare in sé il qui e l’oltre, con un’ulteriore evoluzione della tecnica dello strumento, ma soprattutto con quello che secondo me fa la differenza in tutte le forme artistiche: l’unire alla “voce” che rende inconfondibile un autore o compositore la sua capacità di “scomparire” e rendersi puro tramite di qualcosa che viene da una dimensione più sottile, dal nucleo stesso dell’infinitamente piccolo e grande, e che è in sé puro amore (quello che, concludendo la Commedia, Dante aveva scritto “che move il sole e l’altre stelle”).

Ganesh Del Vescovo si rende trasparente alla musica e alla vibrazione spirituale che essa incorpora. Trasporta altrove pur radicandosi fortemente a terra, qui, nella carnalità delle passioni e delle forze della natura (splendidi gli accenti “barbarici” degli studi 7, 11 e 12 di Villa-Lobos, in questo senso). Dimostra, insomma, che l’arte (e la musica in testa) è veicolo spirituale, sì, ma sempre ricordando che lo spirito è qui, nella materia, pur se è capace di trascenderla.

Ultima ma importantissima nota: la grande sorpresa è stata quando, per i bis, Ganesh ha preso la terza chitarra della serata, affidata a lui dalle figlie del grande Álvaro Company, il suo maestro scomparso nel 2022 e, a sua volta, allievo del massimo chitarrista del Novecento, Andrés Segovia. Strumento splendido (una Ramírez dal suono magico, che vedete nella foto), era stata inizialmente scelta da Segovia per sé. Secondo me è la dimostrazione fisica di quel “passaggio di testimone” e di quella continuità nella tradizione che si rinnova e (si) porta avanti, di cui parlavo sopra.

Domani (27 luglio) seguirà un altro splendido concerto di Ganesh Del Vescovo alla Chiesa Anglicana di Saint Mark in Via Maggio, a Firenze alle ore 21, con un repertorio imperniato su Bach e anche su sue musiche personali. Spicca in particolare la trascrizione della Ciaccona in re minore BWV 1004 di Bach realizzata da Ganesh stesso.