Passaggi di stato

PASSAGGI DI STATO

In questi giorni, “complice” la concomitanza del quarantennale della finale dei Mondiali di Spagna ’82, mi sono trovato a ripensare alla figura di mio padre, che in quell’occasione, dopo il deludente primo turno del Campionato del Mondo, che aveva visto l’Italia qualificarsi per il rotto della cuffia, previde non solo che avrebbe vinto la competizione, ma avrebbe battuto in finale la Germania.

Passaggi di stato

Mio padre era un uomo forte, genuino e simpatico. Aveva i suoi difetti, come tutti e come me per primo , ma un’onestà e una nobiltà di cuore che oggi è merce rarissima. L’amico Professor Giuseppe Panella, che è venuto a mancare un anno dopo di lui, l’aveva conosciuto in occasione della presentazione di un mio libro, e quando morì, nel marzo 2018, lo definì “una lama diritta”.

Tra le cose che mi ha lasciato in eredità c’è la sua specialissima sensitività. Non era certo un medium, né lo sono io, ma aveva la capacità di intuire cose al di là del velo dell’apparenza. Di lavoro aveva fatto il geometra libero professionista, consulente tecnico del Tribunale e anche progettista. Tuttavia amava dipingere e leggere, e apprezzava la buona musica. Questa sensibilità estetica è forse il terreno che, insieme all’amore per le Lettere di mia madre, più mi ha predisposto a diventare uno scrittore e un linguista.

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Enrico Macioci recensisce “Internet. Cronache della fine”

ENRICO MACIOCI RECENSISCE “INTERNET. CRONACHE DELLA FINE”

Enrico Macioci

Ringrazio di cuore l’amico, collega e compagno di lotta contro gli abusi governativi e in difesa della Costituzione e dei diritti civili Enrico Macioci, che in questa meravigliosa recensione di Internet. Cronache della fine (Galaad Edizioni), uscita su Lankenauta, ha perfettamente colto la misura di sintesi di spirito-e-politica insita nella mia opera distopica. Come a dire, non ci può essere autentica comprensione delle violazioni della dignità umana senza discesa nel Profondo.

Eccone un estratto:

“Che un mondo ben preciso, quello del finanzcapitalismo (Gallino) o del realismo capitalista (Fisher) che dir si voglia, si stia inabissando davanti ai nostri occhi non si discute; il punto è tenere gli occhi aperti per guardarlo, e non distoglierli da cotanto sfacelo.

Agnoloni al coraggio somma una visione nutrita di filosofia, sociologia, psicologia, teologia; i suoi molteplici interessi e le sue vaste competenze convergono nell’opus magnum a formare un blocco coeso, una sorta di pietra tombale ritta nella palude della nostra esausta civiltà.

Sono molteplici le analogie fra ciò che accade nei romanzi di Agnoloni e ciò che sta accadendo oggi all’umanità cosiddetta evoluta (Occidente, Cina, Giappone, Russia): un controllo sempre più sottile, maligno, mascherato e pervasivo; una polarizzazione fra chi si uniforma e chi si ribella (pochi, come sempre); una lotta concretissima e però anche trascendente.”

Colgo anche l’occasione per ricordare la lodevole protesta contro il Green Pass dell’altro amico e compagno Carlo Cuppini, che insieme ad altri intellettuali sta portando avanti uno sciopero della fame.

L’auspicio è che ogni forma di impegno intellettuale, fisico e spirituale (ivi inclusa la raccolta di articoli curata da Giulio Milani Noi siamo l’opposizione che non si sente, ed. Transeuropa, con la partecipazione di Enrico, Carla e mia), porti rapidamente alla cessazione di questa infame forma di discriminazione umana e sociale, priva di qualsivoglia base scientifica.

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