Enrico Macioci recensisce “Internet. Cronache della fine”

ENRICO MACIOCI RECENSISCE “INTERNET. CRONACHE DELLA FINE”

Enrico Macioci

Ringrazio di cuore l’amico, collega e compagno di lotta contro gli abusi governativi e in difesa della Costituzione e dei diritti civili Enrico Macioci, che in questa meravigliosa recensione di Internet. Cronache della fine (Galaad Edizioni), uscita su Lankenauta, ha perfettamente colto la misura di sintesi di spirito-e-politica insita nella mia opera distopica. Come a dire, non ci può essere autentica comprensione delle violazioni della dignità umana senza discesa nel Profondo.

Eccone un estratto:

“Che un mondo ben preciso, quello del finanzcapitalismo (Gallino) o del realismo capitalista (Fisher) che dir si voglia, si stia inabissando davanti ai nostri occhi non si discute; il punto è tenere gli occhi aperti per guardarlo, e non distoglierli da cotanto sfacelo.

Agnoloni al coraggio somma una visione nutrita di filosofia, sociologia, psicologia, teologia; i suoi molteplici interessi e le sue vaste competenze convergono nell’opus magnum a formare un blocco coeso, una sorta di pietra tombale ritta nella palude della nostra esausta civiltà.

Sono molteplici le analogie fra ciò che accade nei romanzi di Agnoloni e ciò che sta accadendo oggi all’umanità cosiddetta evoluta (Occidente, Cina, Giappone, Russia): un controllo sempre più sottile, maligno, mascherato e pervasivo; una polarizzazione fra chi si uniforma e chi si ribella (pochi, come sempre); una lotta concretissima e però anche trascendente.”

Colgo anche l’occasione per ricordare la lodevole protesta contro il Green Pass dell’altro amico e compagno Carlo Cuppini, che insieme ad altri intellettuali sta portando avanti uno sciopero della fame.

L’auspicio è che ogni forma di impegno intellettuale, fisico e spirituale (ivi inclusa la raccolta di articoli curata da Giulio Milani Noi siamo l’opposizione che non si sente, ed. Transeuropa, con la partecipazione di Enrico, Carla e mia), porti rapidamente alla cessazione di questa infame forma di discriminazione umana e sociale, priva di qualsivoglia base scientifica.

Leggete il resto della recensione di Enrico Macioci qui

Romanzi distopici e realtà

ROMANZI DISTOPICI E REALTÀ

Più volte mi è capitato di sentirmi chiedere se la mia narrativa sia fantastica, e ho sempre risposto di no. Il fatto che il mio libro Internet. Cronache della fine (Galaad Edizioni) parli di un mondo, negli anni tra il 2025 e il 2029, nel quale la Rete collassa per volontà di una multinazionale che vuole prendere il potere assoluto, i droni pattugliano il cielo americano moltiplicando segnali wifi che vogliono creare una nuova Rete e ologrammi perfettamente identici alle persone che accompagnano fanno loro da spin doctor, sostituendosi al libero arbitrio, non basta per connotare ciò che scrivo come “fantasia”. Anche perché estremizza tratti e rischi già presenti nel nostro mondo, come i grandi romanzi distopici (con 1984 di George Orwell in testa ) ci ha insegnato.

Ecco un estratto (da pag. 538) di Internet. Cronache della fine che idealmente dedico – tanto per venire al concreto – ai fascisti (o stalinisti, o cmq amanti dell’apartheid) di oggi, ovunque siano radicati:

“Sono decenni che il Sistema, ancor prima di dichiararsi apertamente come tale, lavora sull’intelligenza delle persone, inducendo in loro il bisogno di competere nel cercare di essere uguali. La Rete, nelle sue innumerevoli manifestazioni, ha radicalizzato tutto questo.Il bisogno di uniformarsi a uno schema generale prima si manifestava nella corsa all’assimilazione dei modelli pubblicitari. Poi si è realizzato anche tramite gli infiniti strumenti di condizionamento del pensiero resi possibili da internet, e in particolare dai social media, capaci di dare un’illusione di condivisione, mentre in realtà scavavano intorno a tutti un fossato invisibile.Ora anche quest’ultima parvenza di contatto con gli altri è stata demolita. Uomini e donne sono stati ridotti a individui privati perfino della loro risorsa più vitale: la conoscenza di sé. Perché anche il loro “sé” è eterodiretto.”

(pagina scritta, in gran parte sul tavolo nella foto, tra il 2016 e il 2017)