Messaggi dei sogni e scrittura

MESSAGGI DEI SOGNI E SCRITTURA

Messaggi dei sogni

Mi capita spesso – per me che, fino a poco tempo fa, ero nottambulo – di svegliarmi molto presto. E mi accorgo che, verso le sei del mattino, sono massimamente recettivo. I canali energetico-spirituali sono aperti, i sogni sono altamente rivelatori e i messaggi che ricevo sono chiarissimi.

Spesso hanno a che fare con la trama di ciò che sto scrivendo. Quello che vedo e sento riguardo al mio nuovo libro (quello post-distopico di cui vi ho già scritto) ha a che fare con un orizzonte di rinascita, oltre il buio manipolatorio del presente e oltre ogni dualismo. Si tratta di un nuovo linguaggio, come sperimentare una nuova lingua o un nuovo tipo di musica. È una frontiera che ho sperimentato poche altre volte. Anzi, è la prima, almeno in modo così marcato.

Messaggi dei sogni

Qualcosa del genere mi era già successo, ma molto meno intensamente, mentre scrivevo Viale dei silenzi (Arkadia Editore). Lì l’aspetto-chiave era stato il dialogo dell’io narrante con il padre, che rifletteva (sia pur in una cornice di eventi non autobiografica) il mio dialogo spirituale con mio padre.
Per esempio in questo pezzo, dove Roberto, lo scrittore protagonista del romanzo, rileggeva in un suo manoscritto parole che aveva immaginato pronunciate dal genitore:

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Romanzi distopici e realtà

ROMANZI DISTOPICI E REALTÀ

Più volte mi è capitato di sentirmi chiedere se la mia narrativa sia fantastica, e ho sempre risposto di no. Il fatto che il mio libro Internet. Cronache della fine (Galaad Edizioni) parli di un mondo, negli anni tra il 2025 e il 2029, nel quale la Rete collassa per volontà di una multinazionale che vuole prendere il potere assoluto, i droni pattugliano il cielo americano moltiplicando segnali wifi che vogliono creare una nuova Rete e ologrammi perfettamente identici alle persone che accompagnano fanno loro da spin doctor, sostituendosi al libero arbitrio, non basta per connotare ciò che scrivo come “fantasia”. Anche perché estremizza tratti e rischi già presenti nel nostro mondo, come i grandi romanzi distopici (con 1984 di George Orwell in testa ) ci ha insegnato.

Ecco un estratto (da pag. 538) di Internet. Cronache della fine che idealmente dedico – tanto per venire al concreto – ai fascisti (o stalinisti, o cmq amanti dell’apartheid) di oggi, ovunque siano radicati:

“Sono decenni che il Sistema, ancor prima di dichiararsi apertamente come tale, lavora sull’intelligenza delle persone, inducendo in loro il bisogno di competere nel cercare di essere uguali. La Rete, nelle sue innumerevoli manifestazioni, ha radicalizzato tutto questo.Il bisogno di uniformarsi a uno schema generale prima si manifestava nella corsa all’assimilazione dei modelli pubblicitari. Poi si è realizzato anche tramite gli infiniti strumenti di condizionamento del pensiero resi possibili da internet, e in particolare dai social media, capaci di dare un’illusione di condivisione, mentre in realtà scavavano intorno a tutti un fossato invisibile.Ora anche quest’ultima parvenza di contatto con gli altri è stata demolita. Uomini e donne sono stati ridotti a individui privati perfino della loro risorsa più vitale: la conoscenza di sé. Perché anche il loro “sé” è eterodiretto.”

(pagina scritta, in gran parte sul tavolo nella foto, tra il 2016 e il 2017)