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Luce interiore e tempi difficili

LUCE INTERIORE E TEMPI DIFFICILI

Luce interiore
Danzica (foto di Giovanni Agnoloni)

Oggi ho avuto un secondo, piacevolissimo incontro via Skype con gli studenti di Italianistica dell’Università di Danzica, condotto dall’ottima Professoressa Dorota Karwacka-Pastor.

Incredibile la profondità e il grado d’interesse (che si percepisce dalla qualità delle domande) delle ragazze e dei ragazzi, che tra l’altro hanno anche già ordinato i miei libri nel corso della chiacchierata!


Un aspetto su cui mi hanno fatto riflettere è l’importanza della luce interiore. Mi hanno chiesto se nei miei romanzi (soprattutto quelli distopici) ci sia della speranza, o se la cornice negativa prevalga. Io ho risposto che naturalmente è presente, sì, ma nasce sempre dal confronto con il contorno (anche) negativo. La speranza è dentro di noi, e c’è sempre, come dice Aragorn ne Le due torri di Tolkien.

Dobbiamo coltivarla orientando sempre il nostro pensiero a cose alte e belle, e tenerla viva e prendercene cura come del nostro combustibile più importante, al tempo stesso approfondendo la consapevolezza di chi siamo e cosa desideriamo, la nostra vocazione, che va coltivata incessantemente.
Dobbiamo sì prendere coscienza delle bugie e degli abusi del potere (ogni riferimento alla situazione attuale è “puramente casuale”) ma ripartire ogni volta da dentro riportando cuore e mente a questo centro luminoso. Altrimenti diventiamo noi stessi parte e concausa del problema. Chi coltiva pensieri negativi crea cose negative.


La rinascita del mondo parte dalla rinascita della singola persona, e dalla sua risonanze con altre anime rigenerate.

Recensione di “Berretti Erasmus” su Vibrisse

RECENSIONE DI “BERRETTI ERASMUS” SU VIBRISSE

Grazie a Luigi Preziosi, raffinato critico letterario, che ha speso splendide parole sul mio libro Berretti Erasmus. Peregrinazioni di un ex studente nel Nord Europa (Fusta Editore) in questa recensione uscita su Vibrisse a dicembre, e della quale purtroppo mi sono accorto soltanto ieri.

Questa recensione, essendo uscita su uno dei principali blog letterari italiani, è particolarmente importante per dare nuovo slancio a un romanzo che, per quanto già molto apprezzato e oggetto di studio a livello universitario (presso l’Università di Danzica, insieme al resto della mia produzione), è stato commercialmente penalizzato dalle vicissitudini pandemiche.

Grazie per l’attenzione. Lo trovate in libreria e nei principali store online.

Recensione

Ecco un estratto della recensione:

“Il racconto si snoda sul filo della memoria degli anni dell’università del protagonista, Giovanni, che agli inizi degli anni Duemila da studente in giurisprudenza partecipa ad un progetto Erasmus in Inghilterra. La prima esperienza lo entusiasma, inducendolo a  replicarla per più volte. Inizia così un’esplorazione che lo porterà in diversi paesi del Nord Europa tra cui l’Olanda, l’Irlanda, la Polonia e la Lituania. I ritorni a Firenze dove è nato e cresciuto acuiscono un senso di sottile estraneità nei confronti della città natale, contribuendo alla formazione di un particolare atteggiamento psicologico che prescinde dall’evidenza della sua bellezza: infatti Giovanni tende piuttosto a comparare le emozioni riesumabili dai ricordi dei suoi primi anni con quelle evocate da altri paesaggi urbani. Non lo affascinano tanto gli abbaglianti splendori dell’arte, quanto piuttosto le sensazioni sottili che promanano da un istante, uno squarcio nella coscienza, che per lui può aprirsi su prospettive di città nordiche, che lasciano immaginare un senso di tepore interiore pur nella visione di candidi scintillii di strade innevate o notturni illuminati dalla gelida luna boreale. Con ciò inizia a crescere nel protagonista un interesse che i soggiorni Erasmus renderanno via via più chiaro: la ricerca su se stesso per scoprire come stare al mondo nel modo più consentaneo alla sua natura.”

Il resto su Vibrisse.

Traduzione scrittura musica

TRADUZIONE SCRITTURA MUSICA

Ho deciso di aprire una sezione blog, all’interno del mio sito, per condividere non solo notizie inerenti ai miei libri e alle mie pubblicazioni, ma riflessioni sulla scrittura, la traduzione, la musica (che pure studio, attraverso la pratica della chitarra classica, ma questa da dilettante) e le vie dell’arte e della consapevolezza.

Do quindi il benvenuto a tutti voi con qualche considerazione pubblicata qualche giorno fa su social media.

Traduzione, scrittura

Ieri sera mi esercitavo con la chitarra (che, come forse sapete, studio da dilettante e considero un’ottima scuola di scrittura, cosa di cui sono grato al Maestro Ganesh Del Vescovo). Insomma, suonavo, e a un certo punto ho voluto riprendere in mano un pezzo che avevo accantonato da un bel po’ di tempo, e che in precedenza sapevo a memoria.

Ora, una delle cose più difficili, nella chitarra, è leggere la musica, cosa in cui, alla base, non è che io sia un fenomeno. A ogni nota, infatti, non corrisponde un solo tasto, come nel pianoforte, ma varie possibili posizioni, lungo la tastiera, sulle diverse corde, e a seconda dei casi conviene di più scegliere quelle più basse o quelle più alte.

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