Mondo di dentro vs (o nonostante) mondo di fuori

MONDO DI DENTRO VS (O NONOSTANTE) MONDO DI FUORI

Ormai sono anni che lavoro sulla mia interiorità e, tra alti e bassi, disgrazie e fortune, posso dire di aver raggiunto, col prezioso aiuto di un naturopata straordinario come Andrea Cappelletti e il supporto spirituale di chi mi assiste al di qua e al di là del confine, un risultato importante: staccarmi dai condizionamenti del mondo e focalizzarmi su ciò che amo – scrivere, tradurre, studiare le lingue, suonare la chitarra, e viaggiare nella misura in cui ciò è funzionale e coerente rispetto ai punti che precedono.

Questo non mi esenta dai giramenti di scatole, soprattutto verso furbetti, ipocriti e veri e propri delinquenti (non mi riferisco solo alla sfera politico-lobbistica, quando è tale, ma anche a conoscenze private). Tuttavia, mi fa capire – ne parlavo poco fa con un amico – che anche i giramenti di scatole sono spunti o “lezioni” del destino per aiutarci in uno sviluppo personale che passa attraverso le cose del mondo, ma fondamentalmente non è “del” mondo, perché attiene alla dimensione dello spirito.

È la logica evangelica del “non estirpare la zizzania prima del tempo”, ma del concentrarsi piuttosto sul coltivare il tesoro interiore.

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La casa e il giardino di Francesco Petrarca ad Arquà (foto mia)
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Domande e (forse) risposte

DOMANDE E (FORSE) RISPOSTE

Oggi, parlando al telefono con un vecchio amico, che è anche un mio consulente finanziario, è venuta fuori una cosa che sapevo bene, ma che prima mi dava fastidio sentire, mentre stavolta mi ha dato soddisfazione.
“Giovanni è uno che fa sempre domande difficili”, ha detto ridendo con bonomia dopo averci spiegato varie cose tecniche (eravamo in viva voce anche con mia madre).

È vero. Me ne rendo conto adesso come non mai, forse perché sto scrivendo un libro, La via dell’altrove, pieno di domande importanti, molte delle quali già so essere probabilmente destinate a restare senza risposta.

È così fin dal tempo dell’università, a Giurisprudenza, quando a un seminario sulle autorità garanti formulai il quesito di chi avrebbe controllato tali garanti (seguendo la massima latina “Quis cutodiet istos custodes”?). E lo feci senza alcuno spirito polemico: pensavo semplicemente a una sorta di Corte Costituzionale delle autorità garanti, o magari (pia illusione!) a una nuova competenza della Consulta.

Ricordo che in aula cadde il gelo e nessuno rispose alla mia domanda.

Questo in buona parte (a parte la mia vocazione letteraria e linguistica) risponde alla domanda che tanti mi fanno del perché non abbia mai ambito a diventare un avvocato o un magistrato (e dire che avrei potuto provarci, certo facendomi un gran culo, data la laurea con lode). E spiega anche perché abbia fatto da assistente al mio prof solo per un mese (a parte le traduzioni di cui avevo iniziato a occuparmi e che richiedevano tempo).
Il fatto è che a me piacevano – e piacciono – gli ambienti in cui a chi pone una domanda si dà una risposta. E il gelo non è mai una risposta.

Domande

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Percorsi interiori e luoghi del mondo

PERCORSI INTERIORI E LUOGHI DEL MONDO

Ieri sera ho completato la lettura di  Sincronicità. Il legame tra fisica e psiche da Pauli a Jung a Chopra di Massimo Teodorani (MacroEdizioni), di cui avevo parlato nel mio precedente articolo, e la visione che ho maturato corrisponde perfettamente alla recente evoluzione dei miei percorsi interiori dell’ultimo periodo, oltre che ai frutti delle altre letture (ricordate qui), relative ad argomenti di fisica quantistica, psiche e spiritualità, che ho fatto in queste settimane.

Percorsi
Un “Ognidove” di cielo e acqua in una foto che ho scattato nei pressi di casa, a Firenze

Tutto è correlato, e quanto più la coscienza è consapevole di questo, e del fatto che vi è un implicito campo vibrazionale-spirituale alla base di tutto ciò che esiste, tanto più la sua capacità di co-creare, attuando la vocazione di vita di ognuno, si esplica fluidamente, nell’unità con quel Tutto e accompagnata da un’intuizione infallibile.

È questa la porta di accesso all’Ognidove – sempre mutuando il felicissimo neologismo dell’amico Davide Sapienza – concetto del quale ho parlato spesso (per esempio, qui), e sempre questa è la radice della mia netta propensione per fare dei luoghi il perno della mia produzione narrativa.

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