VIAGGIARE LAVORANDO, LAVORARE VIAGGIANDO

Uno dei momenti più difficili per me è sempre stato il rientro dai viaggi. Lo percepivo come un ritorno alla palude percettiva dell’abitudine, quella che Tolkien, nel suo saggio Sulle fiabe (qui nell’edizione italiana), chiamava “the drab blur of triteness or familiarity” (che mi piacerebbe rendere, in modo un po’ libero, come “lo scialbo offuscamento delle banalità di ogni giorno”).
Stavolta, però, è stato diverso. Arrivare al viaggio tra Inghilterra e Galles (dalla settimana trascorsa nel Wiltshire alla residenza letteraria presso Stwidio Maelor, a Corris, in Galles, fino alle visite a Oxford, Manchester e Liverpool), che sul mio profilo Facebook vi ho raccontato su base (appunto) quasi quotidiana, nel bel mezzo di un percorso meditativo e di consapevolezza al contempo materiale e spirituale (perché tutto è uno, e lo spirito è qui, nella materia), mi ha messo nella condizione di elaborare un nuovo approccio al lavoro: l’approccio dell’Ognidove (sempre citando l’ideatore di questa splendida parola, l’amico Davide Sapienza).
Questo non significa solo “viaggiare lavorando“, con una propensione – oserei dire – kapuścińskiana, ma “lavorare viaggiando“, immaginando costantemente l’altrove mentre si è nel qui (un po’ “à la” Ludovico Ariosto). Ciò permette, come diceva Luciano De Crescenzo nel film 32 dicembre, di vivere il tempo “in larghezza” piuttosto che “in lunghezza”: tempo che, come qui abbiamo spesso sottolineato, su basi di fisica quantistica, è una sostanza fondamentalmente illusoria. È invece opportuno che ci centriamo nel luogo puntiforme e frattale del “qui e ora” e dando respiro e ariosità a tutto ciò che facciamo. Così alleggeriamo la mente e riscattiamo il Sé (ancora non Superiore) dalla sofferenza della dualità, per elevarlo allo stato in cui può veramente realizzare le sue più alte potenzialità. In alt(r)e parole, possiamo tendere a uno stato di “letizia” di francescana memoria, radicato nella natura e nella bellezza che essa ispira, e dunque in sé mistico, ma anche profondamente concreto, e non sempre o necessariamente ascetico-solitario (anzi).
Ergo, da oggi i progetti in corso – il sequel del mio nuovo romanzo distopico e quello del mio primo noir, ma anche il nuovo libro di viaggio, le traduzioni da varie lingue e i progetti di scrittura in inglese – saranno animati da questo spirito.
Ah, e sono in arrivo nuove presentazioni di “Da luoghi lontani” con Carlo Cuppini e Sandra Salvato, per Arkadia Editore! SI comincia il 2 settembre al Ranch Hotel presso Scarlino (con l’amico grande viaggiatore Alessandro Spaccasassi) e poi il 9 settembre (mio compleanno) alla Libreria Civico 14 di Marina di Pisa (presso il Giardino Casa Margherita), con la scrittrice Daniela Stallo!
Seguitemi. Vi terrò aggiornati.