Londra tra fumo, ricordi e avvenire

LONDRA TRA FUMO, RICORDI E AVVENIRE

Ieri ho visto per la prima volta per intero Fumo di Londra, il primo film da regista di Alberto Sordi, del 1966. Una commedia leggera e sottilmente amara, forse un po’ povera nella sceneggiatura ma intrisa di grande atmosfera (anche grazie alla splendida colonna sonora di Piero Piccioni e Bruno Nicolai) e di un senso di decadenza in atto, già colta quando la “Swinging London” era in pieno fervore – Sordi, del resto, è spesso stato “profetico” nella sua produzione da regista, basti pensare a film come Detenuto in attesa di giudizio e Tutti dentro, tanto per menzionarne due.

Londra

Ma, soprattutto, il film mi ha riproiettato nel cuore di un’Inghilterra che, dopo averla rivisitata (e vista cambiata) l’anno scorso, a distanza di molti anni dal mio programma Erasmus, ho riconosciuto come uno dei miei luoghi d’elezione, anche se sempre un passo dopo l’Irlanda, come sapete. E quel mélange specifico di entusiasmo vitale e malinconia Sordi nel film li ha colti alla perfezione, anticipando perfino lo “spirito Erasmus”, sia pur attraverso gli occhi di un uomo adulto e giunto a quell’euforia esistenziale ormai non più ragazzo.

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Recensione di “Berretti Erasmus” su Vibrisse

RECENSIONE DI “BERRETTI ERASMUS” SU VIBRISSE

Grazie a Luigi Preziosi, raffinato critico letterario, che ha speso splendide parole sul mio libro Berretti Erasmus. Peregrinazioni di un ex studente nel Nord Europa (Fusta Editore) in questa recensione uscita su Vibrisse a dicembre, e della quale purtroppo mi sono accorto soltanto ieri.

Questa recensione, essendo uscita su uno dei principali blog letterari italiani, è particolarmente importante per dare nuovo slancio a un romanzo che, per quanto già molto apprezzato e oggetto di studio a livello universitario (presso l’Università di Danzica, insieme al resto della mia produzione), è stato commercialmente penalizzato dalle vicissitudini pandemiche.

Grazie per l’attenzione. Lo trovate in libreria e nei principali store online.

Recensione

Ecco un estratto della recensione:

“Il racconto si snoda sul filo della memoria degli anni dell’università del protagonista, Giovanni, che agli inizi degli anni Duemila da studente in giurisprudenza partecipa ad un progetto Erasmus in Inghilterra. La prima esperienza lo entusiasma, inducendolo a  replicarla per più volte. Inizia così un’esplorazione che lo porterà in diversi paesi del Nord Europa tra cui l’Olanda, l’Irlanda, la Polonia e la Lituania. I ritorni a Firenze dove è nato e cresciuto acuiscono un senso di sottile estraneità nei confronti della città natale, contribuendo alla formazione di un particolare atteggiamento psicologico che prescinde dall’evidenza della sua bellezza: infatti Giovanni tende piuttosto a comparare le emozioni riesumabili dai ricordi dei suoi primi anni con quelle evocate da altri paesaggi urbani. Non lo affascinano tanto gli abbaglianti splendori dell’arte, quanto piuttosto le sensazioni sottili che promanano da un istante, uno squarcio nella coscienza, che per lui può aprirsi su prospettive di città nordiche, che lasciano immaginare un senso di tepore interiore pur nella visione di candidi scintillii di strade innevate o notturni illuminati dalla gelida luna boreale. Con ciò inizia a crescere nel protagonista un interesse che i soggiorni Erasmus renderanno via via più chiaro: la ricerca su se stesso per scoprire come stare al mondo nel modo più consentaneo alla sua natura.”

Il resto su Vibrisse.