IDEE NOTTURNE
Nel mio nuovo saggio narrativo Voci oltre il buio, che ho completato da poco (e che ovviamente è ancora inedito) ho iniziato la mia riflessione partendo dalla difficoltà e spesso dalla pesantezza delle mie notti. No, non sono (più) insonne, per lo meno non nel senso letterale e assoluto del termine. Di notte (oggi) dormo, e spesso anche bene, se non ho sogni troppo agitati o vividi (e vi assicuro che a volte sono dei veri film, tanto che diversi li ho perfino riutilizzati in chiave narrativa nei miei libri, per esempio in Internet. Cronache della fine).
Il punto è che per me è molto difficile andare a dormire, e poi addormentarmi, quando a una certa ora iniziano ad arrivarmi idee e intuizioni l’una dopo l’altra, concatenate tra loro così da formare sequenze che aprono scenari su scenari. E questi scenari riguardano tanto ciò a cui sto lavorando (romanzi, racconti, saggi) quanto i miei percorsi di autocomprensione, che fanno tutt’uno con la mia evoluzione spirituale e le mie stesse esperienze terapeutiche insieme al mio naturopata Andrea Cappelletti.
In altre parole, io di notte – quando le cose girano così – lavoro, o perché scrivo, o perché traduco, o perché leggo e interpreto (libri e dinamiche interiori). E spesso queste cose succedono tutte insieme. Ieri, per esempio, di ritorno dallo splendido concerto del mio maestro di chitarra Ganesh Del Vescovo al Florence Guitar Festival (da lui diretto), con musiche per chitarra e flauto di sua composizione (eseguite col flautista Arcadio Baracchi), mi è successo qualcosa del genere.
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