VIAGGIO IN UNGHERIA (E SCRITTURA)
L’accoglienza ieri a Pécs, in Ungheria, presso lo Zsolnay Cultural Quarter (di seguito, varie mie foto), da parte dell’organizzazione dello Hungarian Writers’ Residence Program, è stata perfetta. Un grosso grazie in particolare a Károly Méhes e a sua moglie per averci ricevuti!
Da oggi inizierò a dedicarmi alla parte ungherese del mio romanzo di viaggio. Per il momento l’impressione che ho avuto è di un paese dalle meravigliose campagne e di una città – di cui ho visto solo questo quartiere culturale, nato dalla ristrutturazione di un’antica manifattura di ceramica – dalla vivace e raffinata vita culturale (qui accanto ci sono varie facoltà universitarie, una scuola di musica, un jazz club e un teatro delle marionette).
Non solo, ma nel caso di questo viaggio in Ungheria le mie recenti riflessioni sul suono e le lingue – visto che dell’idioma locale ancora non so praticamente nulla – mi hanno portato perfino oltre. Mi sono lasciato condurre dalla musica degli ambienti per rendermi conto che l’essenza del mio viaggiare, al di là del sintonizzarmi con le atmosfere dei luoghi (fatte anche delle lingue lì parlate) per alimentare le mie storie, è proprio portare avanti il mio lavoro.
Nell’Ognidove in cui mi piace spaziare esiste un centro di gravità, che è appunto l’aderenza (e la fedeltà) all’itinerario di idee e percezioni che si fanno scrittura e scrittura-in-traduzione.
In questi giorni porterò avanti il mio romanzo di viaggio, qui in parte ambientato, che toccherà anche questi temi, e al contempo seguirò dei progetti di traduzione che sono venuti con me da Firenze. Credo che, al di là di tutto, questa attività sia la mia vera casa, ormai da diversi anni. È questo che mi ha tenuto vivo durante il delirio dei lockdown e continua ad ancorarmi a terra da quando ho ripreso il Viaggio.
Continuate a seguirmi su questo blog e sulle pagine dei vari social media. Vi terrò aggiornati sul mio viaggio in Ungheria e in particolare sullo svolgimento della mia residenza a Pécs.