Luoghi, spazio, mondo interiore

LUOGHI, SPAZIO, MONDO INTERIORE

luoghi
Uno scorcio del quartiere di Sant’Ambrogio a Firenze, evocato nel passo di “Internet. Cronache della fine” citato in fondo a questo post (foto mia)

Stiamo lavorando alla preparazione di un evento letterario sui luoghi in tutta la mia produzione narrativa, che si terrà a Firenze il 23 novembre alle ore 18 (qui potete trovare l’annuncio). Da oggi, quindi, citerò alcuni passi dei miei libri in cui le città, i paesi e i paesaggi, che per me sono sempre “personaggi”, compaiono in primo piano con tutta la loro energia e il loro “quid” specifico.

Come sapete dagli articoli che ho postato su questo blog nel corso degli ultimi mesi, lo spazio è tutto ciò che, in definitiva, esiste. Ed è prima di tutto un campo quantistico di natura vibrazionale, una stanza interiore, perché l’universo nasce fondamentalmente “da dentro”, come evidenziano le più avanzate ricerche di fisica quantistica (illuminante, in questo senso, la recente lettura di Irriducibile di Federico Faggin, ed. Mondadori, ma anche quella di David Bohm. La fisica dell’infinito, di Massimo Teodorani, Macro Edizioni, oltre che, naturalmente, de Il Tao della fisica di Fritjof Capra e di tutta la produzione di Carlo Rovelli, edita sempre da Adelphi).

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Grande onda, sogno, scrittura

GRANDE ONDA, SOGNO, SCRITTURA

Grande onda

Stanotte ho sognato Firenze invasa da una vigorosa onda di acqua limpida, che ripuliva tutto. E ho sognato anche José Altafini che si tuffava in Arno da un trampolino alto 30 metri installato all’altezza di Ponte alla Vittoria.

Mi sono svegliato poco dopo le 4 e, incredibile a dirsi, avevo in mente delle ottime idee, consonanti con queste “visioni”. Così mi sono alzato e ho iniziato a scrivere.

Mi è venuto in mente anche il romanzo Il mistero delle meraviglie scomparse di Carlo Cuppini (ed. Marcos y Marcos – l’ho recensito qui), dove nottetempo un Arno dispettoso si porta via i monumenti della città, ma soprattutto ho avuto conferma di come la notte porti consiglio e possa lanciare letterariamente in contropiede, come Gianni Rivera nell’azione del 2-1 di Altafini nella finale di Coppa dei Campioni a Wembley tra Milan e Benfica, nel 1963.

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