Grande onda, sogno, scrittura

GRANDE ONDA, SOGNO, SCRITTURA

Grande onda

Stanotte ho sognato Firenze invasa da una vigorosa onda di acqua limpida, che ripuliva tutto. E ho sognato anche José Altafini che si tuffava in Arno da un trampolino alto 30 metri installato all’altezza di Ponte alla Vittoria.

Mi sono svegliato poco dopo le 4 e, incredibile a dirsi, avevo in mente delle ottime idee, consonanti con queste “visioni”. Così mi sono alzato e ho iniziato a scrivere.

Mi è venuto in mente anche il romanzo Il mistero delle meraviglie scomparse di Carlo Cuppini (ed. Marcos y Marcos – l’ho recensito qui), dove nottetempo un Arno dispettoso si porta via i monumenti della città, ma soprattutto ho avuto conferma di come la notte porti consiglio e possa lanciare letterariamente in contropiede, come Gianni Rivera nell’azione del 2-1 di Altafini nella finale di Coppa dei Campioni a Wembley tra Milan e Benfica, nel 1963.

Una parte essenziale del lavoro di scrittore è una miscela di “carpere diem”e costanza, che non consiste tanto nel “quantum” delle pagine prodotte, ma nella qualità e intensità dei momenti creativi, alimentati stando dentro un flusso intimo (e sia pur aperto al mondo) la cui sostanza è innegabilmente spirituale.

Ecco perché mi capita di avere ottime idee in momenti in cui faccio tutt’altro – o dormo. La creatività non sta nel “far tanto” (anche se in definitiva è vero che faccio tanto) o nel “fare sempre”. Sta piuttosto nel “pregare sempre, senza stancarsi mai” di evangelica memoria (Lc, 18, 1), da intendersi come “essere sempre nel centro della propria Fonte”, nel Sé, la radice dell’identità e la scintilla divina in ognuno di noi. Da qui, incessante fonte di Amore, scaturiscono i messaggi e gli spunti più originali ed efficaci nel dar forma nel mondo alla nostra vocazione.

L’importante è trovare l’energia per alzarsi e scrivere.

Per inciso, sono le dieci del mattino e ho sonno. Quasi quasi vado a farmi una nuotata (ma non nell’Arno, che peraltro in questa mia foto è tranquillo).