Firenze da lontano

FIRENZE DA LONTANO

In questi giorni, uscendo da solo la sera a Firenze, quando il caldo dà tregua, mi sono più volte calato nei panni dell’io narrante de La via dell’altrove, il romanzo (anche) di viaggio d’ispirazione pasoliniana al quale ho lavorato in Ungheria e sto lavorando tuttora.

Firenze panorama

Come la quasi totalità dei miei libri, questo nuovo libro è solo apparentemente autobiografico, ma in realtà ha relativamente poco a che fare con la mia vita. Piuttosto, ne prende dei pezzi qua e là e li rielabora, usandoli come materiali di costruzione per una storia totalmente nuova (alla faccia di chi, com’è trapelato alla cerimonia finale del Premio Strega, deplora l’autobiografismo come se non fosse tutto un po’ autobiografico, ma anche di chi ironizza sull’arte della narrazione pura – perché dire “storytelling” mentre si parla italiano, diciamolo pure, fa schifo).

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Casa interiore e case “di fuori”

CASA INTERIORE E CASE “DI FUORI”

Gli ultimi giorni, qui a Pécs, alla residenza di cui sono ospite, sono stati straordinariamente intensi. Prima di tutto sul piano del lavoro: il mio romanzo di viaggio – che si sta rivelando qualcosa di molto più complesso di quanto questa definizione potrebbe far pensare – sta prendendo corpo e forma, e già ho scritto molte pagine; inoltre, ho anche dovuto (per scadenze professionali) finire di revisionare un’ultima volta la mia nuova traduzione, il bellissimo romanzo Santuario di ombre dello scrittore cubano Amir Valle, che uscirà in Italia quest’autunno. Poi, anche sul piano degli incontri: due in particolare, con lo scrittore ungherese Tamás Horváth, che è anche presidente della Commissione Cultura del Consiglio comunale di Pécs, e con la giornalista Réka Mohay, che mi ha intervistato (in un ottimo italiano) per il quotidiano cittadino BAMA – nei prossimi giorni il pezzo uscirà sia sulla versione cartacea che su quella online.

casa interiore tavolini
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