Città in movimento

CITTÀ IN MOVIMENTO

Una delle frasi che meglio ricordo del primo libro che ho pubblicato, il saggio Letteratura del fantastico. I giardini di Lorien (Spazio Tre, 2004), è quella in cui, parlando delle sensazioni che dà il camminare attraverso Firenze, dicevo che è una città che va vissuta “in movimento”. Quello che intendevo era che, forse per la sua bellezza artistica, contemplarla stando fermo mi risultava (e in effetti mi risulta ancora) difficile, magari perché può innescarsi la sindrome di Stendhal, per cui è meglio non guardarla dritta negli occhi – neanche fosse la Gorgone! -, oppure perché, come una bellissima donna o una splendida statua, vuoi gustarla a trecentosessanta gradi, girandole intorno per cogliere ogni aspetto del suo splendore.

Città
Veduta del Ponte Vecchio dal Ponte alle Grazie (foto mia, scattata camminando)

Be’, oggi, dopo quasi vent’anni di scrittura narrativa largamente imperniata sul tema della città – tanto che la studiosa polacca Karolina Kopańska sta lavorando a una tesi di dottorato su questi argomenti, con focus specifico sui miei libri, presso l’Università di Danzica -, posso dire che c’è dell’altro. Il motivo per cui sento Firenze e tutte le città dei miei libri camminandoci attraverso e concedendomi solo brevi soste contemplative, non è soltanto di natura estetica, ma presenta numerose sfaccettature, che hanno a che fare con le dinamiche interiori dei miei personaggi e con le loro risonanze cosmiche.

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SCRITTURA COLLETTIVA O JAM SESSION?

SCRITTURA COLLETTIVA O JAM SESSION?

Scrittura collettiva

L’esperienza di lavorare a una raccolta di racconti che è un “concept book” (in uscita nei prossimi mesi) a sei mani con due colleghi eccezionali come gli amici Carlo Cuppini, ideatore del nostro progetto, e Sandra Salvato, è in sé straordinaria. Non solo per l’accordo spontaneo che si è creato fin dall’inizio tra le nostre propensioni umane e stilistiche, ma perché rappresenta una forma di scrittura autoriale, sì, ma al contempo collettiva: una sommatoria non casuale di suoni, dove in ognuno dei contributi c’è sì una mano specifica, ma intervengono anche le altre, e formare una concatenazione di testi sorprendentemente consonanti. Me ne rendo conto adesso che siamo alla revisione finale.

In termini musicali, lo si potrebbe definire un terzetto formato da diversi movimenti, o una jam session con assoli specifici e coerenti con la cornice armonica.

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