La vida es sueño

LA VIDA ES SUEÑO

La vida es sueño

L’altra notte ho sognato un signore anziano che non so ricollegare a nessuna persona della mia vita in particolare. Ne ho dedotto che dovesse essere un personaggio adatto per uno dei due romanzi che sto scrivendo (quello post-distopico). In effetti si presta molto bene, anzi è un ottimo spunto. Allora mi è venuto in mente un libro che ho tradotto in passato, La saggezza della Contea di Noble Smith (ed. Sperling & Kupfer), un intelligente “prontuario” di filosofia di vita Hobbit, nel quale l’autore racconta di aver sognato Gandalf in persona che gli suggeriva come sviluppare un capitolo.

Poi oggi, camminando come tutti i giorni lungo il torrente Greve – sì, quello di Berretti Erasmus (Fusta Editore) -, ho incrociato un turista zaino in spalla che potrebbe essere un altro personaggio, o magari lo stesso, ma in età più giovanile.

Tutto questo per fare una semplice riflessione su come sogno e realtà, da un punto di vista simbolico, sincronicistico e creativo, sostanzialmente si equivalgano. Leggere in questo spartito e trovarvi spunti è come suonare una melodia tenendo presente i contrappunti di cui parlavo in un altro post degli ultimi giorni. Possono sembrare sciocchezze, ma piccoli eventi di questo tipo sbloccano l’ispirazione e danno il via a copiose sessioni di lavoro scrittorio.

Un po’ come successe a Tolkien quando, tornando dopo molti anni a Birmingham, “rivide” i suoi compagni di scuola morti in guerra camminare per le strade, e ripartì con la stesura del Signore degli Anelli, con il capitolo dell’attraversamento delle Paludi Morte – ne parla John Garth nel suo ottimo contributo a Tolkien. Light and Shadow (Kipple Officina Libraria), in cui ripercorre i ricordi della prima guerra mondiale del Professore di Oxford e spiega come siano stati fondamentali per plasmare quel capitolo.

Calderón de la Barca scrisse il dramma La vida es sueño. E mi sa che ci prese, con quel titolo. Soprattutto perché i mattoni costitutivi del sogno e della realtà appartengono indifferentemente alla sostanza spirituale che attraversa sia i reami della psiche che quelli del “soma”.

Per citare Massimo Ceccherini, “ora ci ho le prove”.