Vecchi quaderni…

VECCHI QUADERNI

Vecchi quaderni

“…Quanto tempo è passato”, verrebbe da dire, parafrasando l’ormai proverbiale vecchio scarpone. Eppure, a volte a dire la cosa più banale si fa centro. Quando molti anni fa iniziai a scrivere il mio primo saggio su Tolkien, l’ormai fuori catalogo Letteratura del fantastico – I giardini di Lorien – che, ho scoperto, si può trovare usato su vari siti, tra cui ebay, che lo offre a 30 euri (venghino, venghino!) -, lo feci appunto su uno di questi vecchi quaderni (v. prima foto), o se preferite block-notes, a quadretti, che già all’università mi erano serviti per prendere appunti e costruire schemi utili allo studio.

Da allora, salve poche eccezioni, la scrittura a mano mi è sempre stata compagna, seguendomi nei miei viaggi per lo più sotto forma di taccuini neri tascabili (v. seconda foto), che hanno accolto la prima stesura di praticamente tutti i miei libri di narrativa. Scrivere a penna su carta per me è un esercizio imprescindibile, e per “esercizio” non intendo in senso stretto un “esercitarmi” per scrivere meglio. No, faccio proprio riferimento a una sorta di pratica meditativa, così come vivo anche lo studio della chitarra classica. Per me è un modulare pensieri-ed-emozioni in una trama articolata e con uno stile ormai perfettamente rispondente alla mia voce interiore, e che non nasce a caso, ma precisamente come il frutto di tutte le esperienze (esterne e interiori) che lo hanno preceduto e preparato.

Leggi tutto “Vecchi quaderni…”