Rientro in città e nuovi programi

RIENTRO IN CITTÀ E NUOVI PROGRAMMI

Il viaggio in Norvegia è finito da meno di una settimana, ma in realtà non si è concluso. Come tutte le esperienze di viaggio, per me è stato una sorta di pellegrinaggio intimo, carico dell’energia dei luoghi, delle persone incontrate e delle risonanze interiori che ha sprigionato. Del resto, l’avevo scritto qui prima di partire: la Norvegia per me è sempre stata il segno di un passaggio definitivo – della chiusura di una fase della vita e dell’apertura di un’altra.

Rientro in città 1 Oslo
Il Teatro dell’Opera di Oslo

Così, mentre qui pubblico alcune delle tante foto che ho scattato durante i dieci giorni di viaggio (e che potete trovare più numerose sui miei profili Facebookquesto e questo – e Instagram), non posso non pensare al mio rientro in città (la da me amata e detestata Firenze) come a un momento di necessaria ripartenza. E non penso solo al lavoro – ho appena finito la revisione della mia traduzione del romanzo dell’autore francese Olivier Sorin Le nombril de Solveig, che uscirà in Italia prima di Natale, e la scrittura del mio romanzo di viaggio e critica storico-sociale La via dell’altrove procede bene -; no, penso a tutto ciò che in genere si associa al rientro in città, e che, non lo nego, a volte affligge anche me, anche se oggi molto meno di prima. Noia, nevrosi, stasi, difficoltà a ripartire.

Rientro in città 7
Una veduta del Lysefjord, non lontano da Stavanger
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