VOCE INTERIORE E SCRITTURA

Nello scrivere, soprattutto in un periodo difficile come questo, uno degli elementi fondamentali, anche per parlare del mondo in cui viviamo o verso cui andiamo, è prescindere dal mondo. Non lasciarsi turbare, pizzicare o anche solo sfiorare da stati d’animo negativi indotti da pensieri, voci o opinioni abilmente diffusi dai media o da discutibili forme di controinformazione.
Come ricorda sempre l’ottimo numerologo e motivatore Alberto Ferrarini, occorre sforbiciare, tagliare via tutto ciò che interferisce con la nostra voce interiore. Solo così è possibile attingere a quei pensieri netti e lucidissimi che sono capaci di incidere nella realtà, e scrivere cose che diano veramente un contributo, a noi e agli altri.
Occorre fare un passo indietro da ogni pensiero negativo e focalizzarsi solo sull’autentica vena positiva della creatività: quella che scaturisce dal silenzio. Mai come adesso, dunque, meditiamo, preghiamo, prendiamoci cura della nostra interiorità, crediamo nel nostro vero talento e, soprattutto, spegniamo la TV. Non è la miglior fonte d’informazione, neanche sulle guerre.
Impariamo ad ascoltare la voce di dentro, e – quanto al fuori – a cercare fonti autenticamente indipendenti.
Mi piace allora ricordare questo passo del mio libro Internet- Cronache della fine (Galaad Edizioni).
“La verità era che avevamo paura. Che l’unico fondamentale passo, quello dentro noi stessi, non volevamo, non sapevamo farlo. E allora i giornali, la televisione, i giochi elettronici, e quindi le e-mail, i social media, i cellulari connessi a internet: tutto era stato un eccellente pretesto di distrazione. Perfino il lavoro, la carriera, le mode, che quei mezzi, concentrati e potenziati dalla super-Rete creata dal Sistema, avevano propagato, ergendoli a esempi da seguire e sminuendo coloro che sceglievano una strada diversa: perché irritavano non solo il capitale, ma anche i suoi strategici, finti oppositori, attivisti e paladini di battaglie “sociali” volte a fomentare dualismi apparenti, il cui unico risultato era creare una confusione che azzerasse le differenze, riconfermando la mano che reggeva il potere. Solo chi non si schierava era veramente libero. Chi coltivava il mondo interiore. Era questo l’individuo più pericoloso. Il vero nemico di quella guerra non dichiarata.” (p. 522)
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(nella mia foto, Scarlino, in Maremma, dove si ambienterà qualche scena di un mio nuovo romanzo noir in corso di stesura)