Aggiornamenti pre-estivi

AGGIORNAMENTI PRE-ESTIVI

Dopo una bella sequenza di appuntamenti letterari, e in attesa dell’ultimo del mese di giugno, il 27 alle ore 18 a Marina di Pisa (Libreria “Civico 14”) con Carlo Cuppini e il suo romanzo Logout (ed. Marcos y Marcos), insieme anche alla sociologa Julie Bicocchi, ecco un po’ di aggiornamenti sullo stato dei lavori.

Aggiornamenti

Per passare invece agli aggiornamenti sugli eventi recenti, ecco due video, usciti in televisione (il primo) e anche in rete. Innanzitutto, l’intervista fattami dal giornalista Saverio Simonelli per TV2000 al Salone del Libro di Torino su Da luoghi lontani (Arkadia Editore), il concept-book di racconti che ho scritto con Carlo Cuppini e Sandra Salvato, e sul mio romanzo Viale dei silenzi (sempre edito da Arkadia), e in particolare sul filo conduttore che li attraversa entrambi, ovvero il dialogo intimo con i luoghi e i rinterzi interiori che esso ingenera. Qua sotto trovate la clip del servizio, che riguarda me a partire dal minuto 2:00. Ringrazio ancora Saverio Simonelli e i suoi colleghi operatori e montatori per l’attenzione e il lavoro svolto.

Ecco poi la registrazione della presentazione del libro di Tiziano Arrigoni sulla vita e l’opera di Luciano Bianciardi, oltre che sull’Italia del suo tempo, La dinamite nella valigia (ed. La Bancarella), che ha avuto luogo il 31 maggio sempre alla libreria “Civico 14” di Marina di Pisa, e che poi ha replicato il 7 giugno a Firenze alla residenza letteraria “Itaca” (con Julie Bicocchi e Gabriele Fredianelli). Le riprese sono dell’editore Enrico Beni.

Infine, per completare gli aggiornamenti sugli ultimi eventi, la presentazione avvenuta sempre a Itaca, e quindi ribadita a Marina di Pisa, del romanzo Il segreto di Solveig dell’autore francese Olivier Sorin, da me tradotto per la casa editrice I Libri di Mompracem. Le riprese sono un po’ traballanti, ché le abbiamo fatte con il mio cellulare (e ringrazio anche Paolo Ciampi e Paola Facchina per l’aiuto), ma il discorso si segue bene tutto.

Sono stato e sarò ancora molto lieto di occuparmi di queste opere, oltre che naturalmente delle mie (scritte e tradotte) in corso di stesura, perché sembrano tutte convergere su una maturazione che mi sta fortemente a cuore: quella della coscienza del presente, a livello personale e sociale, addentrandosi nelle dinamiche collettive con la sempre più chiara consapevolezza che non hanno fondamentalmente niente a che fare con lo sviluppo personale.

Nonostante la pressione che la storia, la politica e l’economia esercitano su ognuno di noi – e Bianciardi (anche nella brillante lettura fattane da Arrigoni), Sorin e Cuppini lo evidenziano molto bene da diversi punti di vista -, le risposte decisive non possono che venire dalla persona, che con il suo slancio ideale e la sua concreta operatività -a dispetto dello sconforto che a volte la prende, come si vede ne La vita agra e in tutta la cosiddetta Trilogia della rabbia – disegna un percorso che scorre tra gli ostacoli.

aggiornamenti 2

Lo sforzo (e il successo) maggiore, mi rendo conto adesso, è quello di ripulire la mente da tutti i bug di cui l’ambiente in cui siamo cresciuti e vissuti l’ha imbottita. Il non conoscere se stessi, l’adeguarsi alle mode, ai diktat finanziari e governativi, a “quello che fanno gli altri”, sono tutti conseguenze del fondamentale errore di pensare che degli altri non si possa fare a meno. È questa la più grande illusione, quella che ci incastra nella Matrix.

Vero è che Bianciardi lamentava la carenza di una riscossa collettiva, in una società – quella dell’Italia del Boom economico – in cui i “valori” individualistici andavano per la maggiore, ma qui non sto parlando di individualismo, né tanto meno di egoismo (cfr. qui). Non parlo infatti dell’individuo, ma (che è cosa ben diversa) della singola persona, aperta al mondo ma non più sua “schiava” o “marionetta”.

Aggiornamenti 3
Un momento dell’incontro su Bianciardi del 7 giugno a “Itaca” (foto di Paola Facchina)

In altre parole, è la persona che deve fare fare un passo indietro rispetto alla mentalità omologante e massificante – altrettanto deprecata da Bianciardi – indotta precisamente da quei media e da quegli apparati imprenditoriali e pubblicitari che già negli anni ’60 promuovevano l’individualismo più spinto, l’emergere, l’apparire, il risultare (cosa che oggi, nel mondo dei social media, vediamo ancor più nettamente). E questo, peraltro, era lo stesso oggetto delle aspre critiche di Pier Paolo Pasolini negli Scritti corsari.

Insomma, il passo indietro che è necessario fare consiste nel riscoprire (attenzione) non l’ego, ma il Sé. Saper stare da soli – che non equivale a essere soli -, scoprire e coltivare la propria vocazione, esercitandola a beneficio non solo di se stessi, ma (di riflesso) anche di tutti coloro che vorranno lasciarsene ispirare. Senza però “pretenderlo”. Senza averne bisogno. Senza desiderare ogni momento il Like – da social network o meno – del prossimo, per sentirsi meno soli. Perché vi svelo un segreto: se ci manca il Sé, siamo soli anche se di Like e pacche sulle spalle ce ne arrivano a vagonate, mentre se siamo nel Sé la solitudine non la sentiamo mai.

Il risultato di questa maturazione è uno schiarirsi della capacità di osservazione, un disintossicarsi della mente, non più “tirata” da mille parti, ma capace di rilassarsi e di stare nel qui e ora. Non è infatti più soggetta ad autoricatti – perché la verità è che nessuno potrebbe condizionarci, se non fossimo noi a permetterglielo -, ma anzi è centrata e perfettamente equilibrata tra intuito e razionalità, e riesce a cogliere se stessa e le cose del mondo nella loro immediata verità. Tutti i veli offuscanti sono stati rimossi, e il percorso che Tolkien – pensando al suo saggio Sulle fiabe – avrebbe chiamato di Recupero è completato, producendo una visione nitida e un’operatività fluida.

Tra tutti gli aggiornamenti, credo che questo sia il più importante.