Szeged, Budapest, Firenze e altro

SZEGED, BUDAPEST, FIRENZE E ALTRO

Dopo la fine della mia residenza letteraria a Pécs, grazie allo Hungarian Writers’ Residences Program, ho passato due bellissimi giorni a Szeged (il cui nome italiano è Seghedino), splendida città del Sud dell’Ungheria, vicina al confine con la Serbia, dove ho partecipato al reading che vi avevo preannunciato, insieme agli autori di Szeged Roland Orcsik e Orsolya Bencsik.

Szeged municipio
Il municipio di Szeged

Roland, che conosco fin dal 2014, quando lo conobbi durante una delle mie prime residenze letterarie, Zvona i Nari, in Istria, mi ha anche intervistato, ponendomi domande centratissime sullo spirito del mio lavoro passato e attuale, spaziando dal tema del viaggio a quello della tecnologia (e della distopia), fino all’ispirazione pasoliniana del romanzo che sto scrivendo, e che con ogni probabilità s’intitolerà La via dell’altrove. Ringrazio molto lui e tutti gli autori e i lettori intervenuti, tra cui in particolare Károly Méhes, organizzatore della mia residenza a Pécs, il poeta e traduttore dall’americano all’ungherese (e viceversa) Gabor Gyukics e lo storico delle religioni e teologo András Máté-Tóth.

Szeged reading
Un momento dell’intervista a margine del reading di Szeged, con Roland Orcsik

Oggi, sul sito dell’organizzazione della residenza (che ha Pécs tra le sue varie sedi) è uscito un articolo dedicato al mio lavoro (qui di seguito, la traduzione italiana “pilotata” da Google), dov’è stato ben fotografato il mio modo di muovermi tra i luoghi e i personaggi senza vedere un’autentica cesura, ma anzi una linea di continuità e di osmosi tra gli stessi, sulla scia di un’onda sottile ma potente di compenetrazione tra mondo esterno e mondo interiore.

Szeged parlamento
Il palazzo del Parlamento ungherese

Qui potete trovare alcune foto, anche tratte dal reading di Szeged, che si è tenuto nel cortile interno di un bel caffè nella zona universitaria, l’Agárúr. A seguire, sono partito per la capitale Budapest, che mi ha accolto con il suo fascino potente e la sua frenesia di grande metropoli. Oggi, dopo aver visitato la zona del Parlamento, ho incontrato il responsabile degli eventi dell’Istituto Italiano di Cultura, Giovanni Cataluccio che, anche a nome del Direttore Gabriele La Posta, mi ha accolto con grande gentilezza e contentezza (da fiorentino qual è, avendo svolto i suoi studi nel capoluogo toscano) e mi ha mostrato gli splendidi locali, tra cui la sala da concerto che fino ai primi del Novecento fu sede della Camera dei Deputati ungherese (allora in Ungheria vigeva il bicameralismo, diversamente da oggi) e il caffè letterario al piano superiore, voluto da Giorgio Pressburger, regista, drammaturgo e scrittore ungherese naturalizzato italiano, per diversi anni direttore dell’IIC.

Szeged Berretti
“Da luoghi lontani” davanti alla sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest

Sono stato felice di donare all’Istituto, per la sua biblioteca, una copia di Da luoghi lontani (Arkadia Editore, 2022), anche a nome degli amici coautori Carlo Cuppini e Sandra Salvato. E spero che ci saranno altre occasioni per incontrarci. Quindi mi sono rituffato nella fantasmagoria di Budapest, percorrendone i viali per ammirarne la splendida sinagoga (la seconda più grande al mondo dopo quella di New York) e la cattedrale, e infine la zona delle ambasciate, prima di rientrare e scrivere queste righe.

Szeged sinagoga
La sinagoga di Budapest

Da qui, ecco l’articolo che vi dicevo:

DOPO PÉCS, AGNOLONI SI È PRESENTATO ANCHE A SZEGED

“L’ospite di giugno della Residenza per scrittori ungheresi a Pécs è Giovanni Agnoloni, da Firenze. Tra il 1° e il 18 giugno giugno ha trascorso il suo periodo creativo nel quartiere culturale di Pécs.

La maggior parte degli scritti dell’autore ruota attorno ai viaggi o, più specificamente, ai luoghi. Le città, i villaggi e le persone locali e diverse, così come la natura che li circonda, sono ciò che più conta nelle sue opere di narrativa. Ad esempio, il romanzo di viaggio di Berretti Erasmus racconta dei suoi viaggi nel Nord Europa; oppure, nel suo romanzo psicologico Viale dei silenzi possiamo conoscere la storia di un uomo che cerca suo padre durante un viaggio dalla Polonia all’Irlanda.

Nelle sue opere i luoghi sono personaggi con un proprio carattere, e la loro specifica energia interagisce in molti modi con i protagonisti umani. Ogni viaggio è una sorta di pellegrinaggio, un viaggio interiore che si ricollega alla carta geografica.

Il tema del suo attuale progetto La via dell’altrove è la storia di uno scrittore che lascia la sua città natale, Firenze, per sfuggire ai fantasmi del suo passato e cambiare la propria vita mentre cerca risposte a domande che ne sono ancora prive. Durante il suo lungo viaggio, attraversa una parte d’Italia e poi vari paesi d’Europa. L’Ungheria è uno dei luoghi di ambientazione del romanzo in preparazione a Pécs, motivo per cui è stato di particolare importanza per Agnoloni scoprire i paesaggi e la cultura del nostro Paese. Attraverso esperienze vissute, ritrae fedelmente il suo personaggio e io narrante.

Il tratto caratteristico di Agnoloni è che non prepara in anticipo un piano di scrittura; si limita a scoprire la propria storia man mano che procede. Attraverso i suoi scritti, il lettore può sentirsi nel luogo, incoraggiando così i lettori a viaggiare ed esplorare nuove realtà.

Dopo la sua residenza a Pécs, Agnoloni ha potuto presentarsi a Szeged il 19 giugno, su invito dello scrittore e professore universitario Roland Orcsik. Nella città sulle rive del Tisza, nel giardino di Agárúr, è stato così possibile prendere parte a un’accogliente conversazione serale estiva in compagnia di noti personaggi del luogo, come il poeta e traduttore Gábor Gyukics o, ad esempio, lo storico delle religioni e teologo András Máté-Tóth.

Durante la conversazione abbiamo parlato della carriera di scrittore di Agnoloni, delle sue opere e soprattutto di com’è arrivato in Ungheria. L’autore italiano ci ha detto che si stava preparando a venire nel nostro paese da un po’ di tempo, quindi è grato di essersi imbattuto nel programma di residenza per scrittori ungheresi. In questo modo, ha potuto scrivere sui luoghi del suo romanzo in Ungheria sulla base di esperienze vissute in prima persona.

Con la pubblicazione e la traduzione del suo romanzo, potremo finalmente scoprire come il viaggiatore italiano vede Pécs e l’Ungheria.”